Avvertenza

Mi sono reso conto che diversi post sono legati a un brano musicale di Youtube che contengono e sono assolutamente incomprensibili senza quel video. Se l'account di chi ha pubblicato quel brano viene cancellato, il video sparisce. Non ho nessuna voglia di mettermi a ripercorrere tutto per vedere se questo è successo, ma se vi imbattete in un post che fa riferimento a un brano che manca, mi fareste un piacere segnalandomelo. Thanks.

lunedì 30 dicembre 2013

Mo Senti Che Cover


Nel brano di Waits del post precedente c’è una cosa che mi ha colpito, e sono le risate del pubblico. Per me, e credo anche per voi se avete letto il testo, è un pezzo triste, drammatico, quindi ai primi ascolti l’effetto è stato sgradevole e straniante.

mercoledì 25 dicembre 2013

Cartolina Di Natale Da Una Puttana Di Minneapolis

Sono incinta, Charlie. Vivo sulla 9° strada proprio sopra questa schifosa libreria. Ho chiuso con la droga e col whisky e adesso ho un uomo tutto mio. Suona il trombone e lavora alla ferrovia.

mercoledì 18 dicembre 2013

ROTFLOLADI, O Spiderman Vs. Robinson Crusoe

Sto lavando stoviglie sparse nel lavandino della cucina. Percepisco qualche movimento alle mie spalle, vedo qualche ombra, ma non è che di Domenica mattina uno ha proprio tutta quella lucidità da vendere.

martedì 10 dicembre 2013

Dreaming Of a White Christmas

Cantava Caparezza, sono fuori dal tunnel del divertimento. Piuttosto che entrare nel tunnel del Natale, farei cambio con lui e ci resterei tutta la vita. E’ passato da solo due giorni il giorno 8, che segna l’avvio del mese d’inferno, e sono già stremato.

martedì 3 dicembre 2013

Great Balls Of Fire

Vabbè, uno straccio di titolo dovevo pure metterlo e è rock and roll di quello coi fiocchi. E poi si presta, rende quella meravigliosa sensazione di quando proprio le palle fumano.

sabato 23 novembre 2013

Avido Di Sogni

E’ stata una giornata pesantissima, fa freddo, piove a strafottere e non so che minchia scrivere stasera, quindi come momento interlocutorio vi delizio con uno degli strambi pvt che ogni tanto mi toccano, dove gli spiriti muoiono in silenzio [cit.].

sabato 16 novembre 2013

Security

Sono in tangenziale, e fin qui niente di strano. Un giorno, anche se credo che la risposta non mi piacerà, farò quattro conti e calcolerò quanto tempo della mia vita ci ho passato.

venerdì 8 novembre 2013

Jealous Guy, Ovvero Per Fortuna John Lennon Non Era Un Bimbominkia

PREMESSA : Nel chatworld, ormai è assodato, si incontrano personaggi suggestivi che per mia comodità tendo ad incasellare secondo stereotipi.

giovedì 31 ottobre 2013

Halloween, A Never Ending Story

Oh, it’s Halloween again. Tutto tace, nessun movimento per le scale, nessuna scampanellata, forse i bambini sono cresciuti.

venerdì 25 ottobre 2013

Bella Sadika

Frequento chat, chi mi legge lo sa bene. Anzi, la maggioranza dei lettori arriva proprio da lì. Chat generaliste, non tematiche, non hard, roba normale senza troppe pretese. Si depone il cervello all’ingresso, si gioca, si cazzeggia, si fanno quattro risate, si sbeffeggia qualcuno e ci si lascia sbeffeggiare se capita, game over.

lunedì 14 ottobre 2013

Rainy Day, Dream Away





Piove. Il cielo ha il colore di un televisore sintonizzato su un canale morto. Taci. Non odo parole che dici umane. Niente pioggia nel pineto. Niente volti silvani e niente tamerici salmastre ed arse

mercoledì 9 ottobre 2013

Mezzo Secolo

Sono passati cinquant'anni e nel Bel Paese ancora continua a morire gente sotto inondazioni, frane, alluvioni. L'Italia sta letteralmente cascando a pezzi, dice il capo della Protezione Civile. Ma non mi dire.

venerdì 4 ottobre 2013

Peti CrimiNali

Su un manifesto (abusivo, pare, come la stragrande maggioranza dei manifesti politici di ogni colore) affisso oggi su iniziativa di alcuni parlamentari del PdL sui muri di Roma e dedicato all’ex-presidente del consiglio si legge, tra le altre cose 'Silvio non mollare'. 

sabato 28 settembre 2013

Adesso Pasta !!!

Dunque, Guido Barilla ha detto in una intervista radiofonica che la sua azienda non farebbe mai uno spot con una famiglia gay.

venerdì 20 settembre 2013

Al Cuore, Bancario ! - Un Western Immaginario

La mattina è tersa e serena, nonostante il sole l’aria è ancora fresca ma si intuisce che farà caldo. Buona giornata per dedicarsi a lavori vari di piccola manutenzione, risistemazione, e così via. Proprio accanto c’è una banca, solo una rete di recinzione ci divide dal loro parcheggio.

venerdì 13 settembre 2013

Senza Parole

L’attuale Garante per l'infanzia della Regione Calabria, ex deputato dell’Ulivo nella legislatura 2006-2008, riceve dalla Prefettura di Crotone i documenti che le sono stati inviati per autorizzarla a visitare il Cara, Centro Accoglienza Richiedenti Asilo di Isola Capo Rizzuto.

venerdì 6 settembre 2013

Cattiva Fede

Cartello affisso e poi rimosso all'ingresso dell'asilo delle suore di Casamicciola (Napoli).


lunedì 2 settembre 2013

New Year's Day, Again

Chi mi legge da almeno un anno sa o dovrebbe sapere che nel calendario Sym ieri era Capodanno.

sabato 24 agosto 2013

Monopoli

Giocavo a Monopoli da ragazzino, lo ammetto. Costruivo alberghi di lusso in Viale dei Giardini ed ero affezionato all’umiltà delle catapecchie di Vicolo Stretto, conoscevo tutti i segreti della Stazione Est e mi destreggiavo curioso tra Imprevisti e Probabilità.

sabato 17 agosto 2013

Ronda Su Ronda

Resto ancora sulle ronde, perché è da lì che arrivano gli attuali lanciatori di banane. Dunque in principio furono le Guardie Nazionali Padane. Non mi piacevano per nulla, anzi mi stavano decisamente sui cosiddetti, ma avevano un nonsoché di folcloristico, di ruspante. 

sabato 10 agosto 2013

Blue Rondo a La Turk, In Padany



La recente uscita sul rischio di una guerra civile prossima ventura e l’escalation leghista di idiozie varie rivolte alla ministra Kyenge mi ha riportato alla mente un vecchio post di qualche anno fa. Non so se vi ricordate il dibattito sulle ronde.

sabato 3 agosto 2013

King George

Giuro che è l’ultimo post su questo argomento. Su Sua Altezza Reale Principe George Alexander Louis di Cambridge. Facciamola breve, però, spero di poterti chiamare George, dai, sarai lungo 60 centimetri, concedimelo. Lo so che al momento sei impegnato in ben altre faccende, George.

sabato 27 luglio 2013

Troyal Baby

Finalmente è nato, dopo mesi di trepida attesa. No, no, calma, frenate gli ardori. Non parlo di George ma di un altro neonato.

martedì 23 luglio 2013

sabato 20 luglio 2013

Isola Ecologica

Dev'essere genetico, non c'è altra spiegazione. Dove abitavo prima, a dieci minuti da casa c'era una grossa impresa edile che aveva abbandonato fuori dalla sua sede un sacco di materiali inutilizzati, rottami, scarti, giacenze.
Mio figlio maggiore quando gli si proponeva di andare a giocare al parco si vestiva da bravo, ti dava la manina usciva e al momento giusto ti guardava, tirava da una parte e diceva col faccino furbo irresistibile “ Andiamo in discarica ? “. E io, chiamatemi pure padre snaturato, ce lo portavo. E si divertiva come un pazzo. Mio padre non ha un garage, ha un museo di arte vintage. Mi chiedo perché non faccia pagare il biglietto per entrarci, il pezzo di legno del 1967 ha un suo fascino per chi sa coglierlo, per tacere della scatola di whisky vuota o dei due flessibili da doccia arrugginiti. E per fortuna quando ho traslocato uno dei garage lo abbiamo venduto, altrimenti il museo adesso avrebbe due sale e forse lui andrebbe a dormirci dentro. E la linea genetica tra il nonno con sindrome di accumulo compulsivo e il nipote che ha passato l’infanzia a giocare tra i rottami trova il baricentro in me. 
Devo fare un altro outing, è giunto il momento di illustrarvi un’altra mia perversione. Lo ammetto pubblicamente, a me piace andare in discarica. Tanto per cominciare, la discarica è un mondo vero e informale. Non c’è tempo per le smancerie, non ci sono convenevoli in discarica, è un mondo efficiente dove tutti si danno del tu. Ma attenzione, non equivochiamo, sia chiaro che la discarica non è una democrazia. No, è una monarchia assoluta guidata da Lui, l’uomo della discarica. Tralascio il mimetismo animale della sua tuta di colore indefinibile, anche se scommetterei su una origine blu, e del suo cappellino con visiera sopra la sua barba incolta. La gente probabilmente finisce per assomigliare ai mestieri che fa, il che fornisce interessanti squarci sul perché spesso i politici hanno la faccia da culo, i bancari da rapinatori e gli assicuratori da menagramo. Lui è il Carlo V dei rottami e impera sul suo territorio frequentato da due tribù. I nomadi, quelli come me, che ogni tanto migrano col loro carico di rifiuti verso le sue terre cercando temporanea ospitalità, e gli stanziali, quelli che secondo me in discarica ci vivono in attesa dell’arrivo di un nomade con qualcosa di interessante. Quando ho portato un vecchissimo PC, dopo avermi assalito al grido “C’è ancora la RAM ?”  credevo che due stanziali si pestassero per essere i primi a metterci le mani dentro. 
Lui tutto vede e tutto può quando varchi quel cancello. Lui può farti entrare a scaricare anche se stanno lavorando due ruspe davanti al cancello, semplicemente con un gesto della mano che ti conduce nella segreta rampa ove pesano i camion. Lui ha la risposta a ogni domanda. Lui sa tutto. Sa che le gomme sono nell’angolo in fondo a destra e i metallici proprio davanti all’ingresso. E illumina di saggezza te, umile saltuario frequentatore del suo regno. Le pile di materiali devono svilupparsi in altezza, non in larghezza. Credo che il sogno segreto del sommo sacerdote della discarica sia quello di trasformare ogni diverso ammasso di materiali in una sorta di altare che si eleva svettando il più possibile verso il cielo per onorare il Dio dei rifiuti. Lui detta le regole e tu puoi solo ubbidire. Se porti erba tagliata dentro sacchi della spazzatura non puoi buttare la plastica negli sfalci, i comandamenti della discarica lo vietano. Nessuno oserebbe mai compiere un gesto così sacrilego. E il rifiuto multiplo va scomposto, plastica e ferro una volta divenuti rifiuti devono giacere divisi dopo aver convissuto a lungo nel costituire oggetti utili. La discarica ha un luogo privilegiato per alcune tipologie. Ci sono rifiuti di serie A e di serie B. Gli inerti fanno una tristezza infinita, mattoni cocci tegole rotte buttati alla bell’e meglio ed esposti alle intemperie. I tessili marci e lacerati, poltrone che hanno visto film orrendi e divani protagonisti di pisolini leggendari e materassi teatro di spettacolari copule, finiranno la loro vita terrena portando con loro segreti inconfessabili. Invece i televisori hanno un angolo al coperto, fanno gli snob e si frequentano solo tra di loro, mentre sull’angolo opposto del capannoncino ci sono i miei preferiti, i bidoni degli oli esausti. Quasi una piccola cappella a loro dedicata, dove si recita ogni volta un salmo officiato da Lui. “ Ho degli oli, mio signore “. “Minerali o vegetali, figliolo ? “. E alla risposta, un gesto ieratico ti indica il bidone. E con esso, e il suo contenuto, tu interagisci. Vuoti la tua tanichetta di giallastri residui di fritti misti gnocco fritto patate fritte, ma con cautela. Ci vuole tempo e attenzione, perché il rimbalzo dell’olio può avere effetti devastanti. 
E il ribaltamento di ruoli tra materiale deposto e umano deponente che lo accompagna si completa pensando che c’è una gerarchia tra i rifiuti, come detto, mentre tra noi umani che frequentiamo vige uguaglianza. Polvere siamo e polvere ritorneremo. Sì, davanti al rifiuto siamo tutti uguali. Voglio dire, tu abitante della casa popolare che vieni a buttare in discarica il Telefunken bianco e nero del 1977 e tu abitante della villa in collina che ti rechi a conferire alla stazione ecologica il Bang & Olufsen schermo piatto, qui siete uguali. Tu metalmeccanico e tu ingegnere saluterete i vostri compagni di vita allo stesso modo e compirete lo stesso gesto nello stesso punto rispettando gli stessi orari. La discarica ha un’etica. Quando ho portato un vecchio aspirapolvere dimenticando di togliere l’adattatore di corrente, Lui mi ha fulminato con lo sguardo e ha emesso il massimo gesto di condanna previsto nel Suo regno. Il sopracciglio a foresta alzato. Ho chinato il capo contrito, conscio del mio peccato. Non si butta qualcosa che non è rifiuto e può ancora avere una vita. Per concludere, discarica è una parola brutta. “Vado in discarica a buttare via i rifiuti” è una frase orribile, carica di negatività e cattive vibrazioni. Volete mettere con “Mi reco all’isola ecologica a differenziare materiale non riutilizzabile” ? Non vi sembra di essere su un atollo ai Tropici a fare mucchietti separati di bucce di ananas, mango e papaya ? Se Lui mi giura sul cartello degli orari e sulla sbarra di chiusura che non mi dirà mai “Aloha” sculettando a ritmi hawaiani tipo Josephine Baker con indosso un gonnellino di banane marce pescate nell’organico, quasi quasi quest’estate sull’isola ecologica ci vado in vacanza. 

domenica 14 luglio 2013

Simpatia

Chiedo scusa in anticipo per quello che vedrete, so che sono immagini forti, allontanate i bambini e proseguite solo se siete maggiorenni e forti di stomaco.

sabato 13 luglio 2013

Chi la fa l'aspetti

Ultimamente, per motivi contingenti che non sto a spiegarvi, almeno un paio di volte al giorno mi accade di dover parcheggiare l’auto e avviarmi a piedi verso la mia destinazione.

sabato 6 luglio 2013

Celebration

Mi concedo un post interlocutorio, autoreferenziale e autocelebrativo. D’altronde essendo a casa mia credo poi di potermi concedere quello che mi pare, giusto ?

venerdì 28 giugno 2013

Pedone


Pedone. Lo dice la parola, vai a piedi. E fin qui ci siamo. Metti un piede davanti all’altro e ti sposti, non è difficile. Il tempo che impieghi dipende dalla lunghezza della gamba e dalla frequenza del passo, ma non è di questo che voglio parlare.

sabato 22 giugno 2013

Crosswalk



La ragazza bionda è ferma sul marciapiedi in prossimità dello scivolo per le carrozzine. E’ appena arrivata davanti alle strisce pedonali. Ha l’espressione sconsolata di chi sa che ci passerà molto tempo lì davanti.

sabato 15 giugno 2013

Il culo come punto di partenza

Ebbene sì, tutte le cose belle finiscono. Sébastien Torresin dopo la copertina di Dieux du Stade ha fatto bella mostra di sé in copertina di Sympathy For The Devil per una settimana, ma dopo la scorpacciata di culi è ora di ricominciare tornando all’antico. 

sabato 8 giugno 2013

Palle Ovali

Tutto sommato, valeva la pena di passare parte del mio tempo a guardare foto di omaccioni ignudi con una palla ovale nella zona clou. No, non perché ne abbia tratto un particolare godimento, anzi a dirla tutta è stato più un sottilissimo rodimento.

venerdì 31 maggio 2013

Sotto Il Vestito Niente ?

Negli ultimi tempi sono stato amabilmente, garbatamente e pungentemente rimproverato da alcune gentili lettrici per alcune immagini di copertina del blog raffiguranti signorine più o meno discinte.

venerdì 24 maggio 2013

Omofobo Vs. Fallocefalo, Reprise

  
 

Questi due signori si chiamano Gareth Thomas e Jason Collins, e hanno alcune cose sulle quali differiscono tantissimo e altre cose in comune.

venerdì 17 maggio 2013

Omofobo vs. fallocefalo

Oggi era la giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia (o IDAHOBIT, acronimo di International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia), una ricorrenza promossa dall'Unione europea che si celebra dal 2007 il 17 maggio di ogni anno.

sabato 11 maggio 2013

Alienchat


Una chat, come ogni altra interazione tra due o più persone, dipende da vari fattori legati all’individualità delle suddette persone, con in più la componente dell’anonimato filtrante che il mezzo consente.

sabato 4 maggio 2013

Luca, Una Storia Triste

E' un vecchio post mai pubblicato che giaceva sepolto in una vecchia cartella. Rileggendolo, mi sono detto che conserva ancora tutta la sua attualità. E allora, perchè no?

venerdì 26 aprile 2013

Wrong Side Of The Road



Non so cosa ti ha fatto la vita, amico mio sulla bicicletta malconcia e riverniciata. Quali dolori, quali terribili prove ti abbia inflitto. Capisco che in certi momenti si perda ogni speranza e tutto sembri nero. Ma pensaci su, ti prego.

domenica 21 aprile 2013

Grande Raphael

La cornice è di lusso, un tempio della lirica come il Teatro Regio di Parma, pieno come un uovo. Quarto d’ora di ritardo canonico finché nel buio entra lui, elegantissimo, fascio di luce sul suo inchino muto, si siede al pianoforte senza dire una parola, saluterà solo dopo qualche pezzo.

venerdì 12 aprile 2013

Whisper Words Of Wisdom, Vaffanzum

Finalmente ci è dato conoscere cosa hanno partorito le menti dei dieci saggi. Diamine, una task-force di cervelli così brillanti, nomi assolutamente nuovi, estranei alla politica e non compromessi coi partiti tipo Quagliariello e Violante, tanto per fare due nomi, non poteva non portarci una ventata di strabilianti novità. Infatti, il nulla totale.

sabato 6 aprile 2013

Turtle Eggs

Lo so, molti lettori fremevano in attesa di questo post. E se non è vero fa lo stesso, devo crederlo io per scriverlo. Ormai è un appuntamento sicuro, una certezza, come il Palio di Siena o una stronzata di Giovanardi, l’unica differenza è che il palio di Siena ha giorni prestabiliti e il Giova invece improvvisa al momento.

martedì 2 aprile 2013

Blu Coscienza

Il 2 Aprile è stata dichiarata dall’ONU la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo. Uno degli obiettivi è accrescere la consapevolezza riguardo a questa sindrome aumentandone la visibilità, e per questo motivo in questa giornata vari monumenti e luoghi celebri in tutto il mondo vengono illuminati di blu.

sabato 30 marzo 2013

mercoledì 20 marzo 2013

Angry Cockroaches, Quasi Una Love Story

Mi sveglio con una sete infernale. Apro gli occhi nel buio e guardo i numeri fosforescenti della sveglia sul comodino. Metto a fuoco un 3.52 verdognolo. Esco dal letto controvoglia, mezzo addormentato, e vado lentamente in cucina a cercare un po’ d’acqua.

venerdì 8 marzo 2013

D.

8 Marzo 2013.
Niente mimose.
Niente festa.
Niente sbronze isteriche.
Niente " Auguri a tutte le donne".
Niente maschioni smutandati.
Niente dibattito colto.
Solo un ricordo di una donna. D.

venerdì 1 marzo 2013

Twisting By The Pool

Sto uscendo dalla palestra dopo il rituale calcetto settimanale, abbiamo perso e abbiamo anche fatto schifo. Per completare il quadro depressivo, piove a dirotto. L’avevano detto che sarebbe piovuto, ci hanno azzeccato. Un temporale coi fiocchi e ho anche dovuto parcheggiare lontano, non si trova mai un posto vicino nemmeno a pagarlo. Borsa appoggiata sulla spalla e via di scatto, gambe dure ma ancora riesco a correre, mentre mi avvicino tiro fuori le chiavi dell’auto per accelerare i tempi. Illuso. Mentre corro si impigliano nella tasca e mi scivolano di mano. Mi fermo in un tripudio di male parole e le vedo cadere al rallentatore in un elegante carpiato con avvitamento e infilarsi nella più spaventosa pozzanghera della parte sud della città. Credetemi, pozzanghera è un termine riduttivo, sarà tre metri per due e ho seri dubbi che nella parte centrale non si tocchi. Piove a dirotto, ma devo pure recuperarla questa maledetta chiave.
Quindi mi accovaccio vicino al laghetto fangoso, mi rimbocco una manica e inizio a andare a tastoni nell’acqua gelida sperando di sentirla sotto le dita. Sento delle voci femminili e giro la testa. Sono due ragazze appena uscite dalla palestra che tenendosi strette sotto un ombrello si accingono a circumnavigare quella specie di piscina olimpionica. Una la conosco di vista, la vedo sempre, una moretta alta e snella, l’altra non la conosco, ma è anche vero che le dee dello step vivono in una dimensione parallela e non hanno punti di contatto con noi attempati calcettisti, se si escludono fugaci incontri tra pupille e glutei, inutile che vi dica cosa appartiene a chi. Vedo che mi guardano con aria strana e mi rendo conto che la scena che stanno vedendo non è particolarmente rassicurante, un uomo adulto con barba e baffi che alle 23.07 del Mercoledì sera non ha di meglio da fare che starsene chino ai bordi di una strada con una mano immersa in una pozzanghera gelata sotto un diluvio.
Sulla mia faccia quello che era partito come un sorriso  diventa una specie di smorfia e le due proseguono il cammino badando bene a non avvicinarsi troppo né a me né alla pozza e mi girano intorno guardandomi come un mix tra un maniaco omicida, un malato di mente e un insetto ripugnante. L’idea di commentare “Provate anche voi, ho sentito che i fanghi ghiacciati fanno benissimo alle articolazioni, io mi fermo qui tre sere alla settimana“ viene rapidamente accantonata, quella di imitare con la bocca il rumore di uno sparo e tuffarmi iniziando a nuotare fa la stessa fine, di afferrare una delle due e iniziare a ballare il twist sotto la pioggia non se ne parla nemmeno, così continuo la mia desolata ricerca. Trovo la chiave, la estraggo e la ripulisco alla meglio con un fazzoletto di carta. Sto per rimettermi a correre quando mi rendo conto che le due fanciulle hanno l’auto poco lontana dalla mia e vedere lo psicopatico della pozzanghera che inizia a correre nella loro direzione potrebbe dare adito a spiacevoli equivoci. Tanto ormai più bagnato di così non posso essere, quindi rimetto la chiave in tasca e riparto camminando a passo lento sotto la pioggia. Meglio un raffreddore della buoncostume.
 
 

sabato 23 febbraio 2013

Venghino Siore Venghino

Tragedia in un atto, con due interpreti
ViOBS, un Viscido Omino di Bassa Statura
FuRS, una Funzionaria Ridens Scollata

ViOBS : Lei viene ? (aria compiaciuta, pregusta lo show)
FuRS : Io vengo a costo zero (pausa e risata sbalordita quando coglie il doppio senso) le montiamo due impianti (aria smarrita, inizia a capire la piega che sta prendendo la faccenda)
ViOBS : Scusi, mi consenta ma non ho capito molto bene, lei viene ? (si sente brillante)
ViOBS : Lei viene (allunga la mano e tocca)
FuRS : Sì (occhi sbarrati, non sa se credere alle sue orecchie o tirargli un destro)
ViOBS : Si ma scusi una volta sola ? (ride da solo al suo umorismo)
FuRS : No sono due gli impianti (risata isterica)
ViOBS : Quante volte viene (ha inquadrato la preda e la guarda)
FuRS : Allora potremmo mettere due impianti più led (?) più visita per ogni volta, possiamo mettere anche la bicicletta elettrica (uno delle tre scimmiette sullo sfondo tenta di aiutarla)
ViOBS : Capito quante volte quindi
FuRS : Tre quattro cinque dipende dalle esigenze (risata e battito ciglia isterici)
ViOBS : Con che distanza temporale una visita dall’altra (ride col pubblico)
FuRS : Dipende dai nostri tecnici (ancora risata isterica, cerca aiuto dai tre)
ViOBS : Va bene mi sembra che sia tutto sommato una offerta conveniente
FuRS : Ottimo ci piace
ViOBS : Si vuole girare ancora un’altra volta? (guarda la scollatura)
FuRS : Di là ?
ViOBS : Sì di là
ViOBS : Sì è una offerta conveniente (le guarda il culo, annuisce e ride col pubblico)

Non ci sarebbe bisogno di commenti. Ma mi viene da fare un rapidissimo paragone con un mondo spesso becero e volgare come quello delle chat che molti dei miei lettori conoscono dato che arrivano da lì. Se nelle chat che frequento io, che sono l’ultimo fesso al mondo, ripeto ad una donna che non conosco per quattro, dicasi quattro volte in pubblico il gioco di parole sulla parola “lei viene”, sono sicuro che mi arriva un kick che fischia e che la destinataria della battutona mi tira nei denti un vaffanculo altrettanto fischiante. Qui abbiamo uno che è stato presidente del consiglio, in un contesto pubblico davanti a ascoltatori e televisione, e si diverte come un matto a ripetere “quante volte viene?” così come si diverte il pubblico estasiato. Detto tra noi, come battuta non fa proprio ridere, quindi non si capisce che cazzo abbiano tutti da sbellicarsi. Minchia, Silvio, se alle tue cene eleganti il livello delle battute era questo stiamo freschi. La poveretta è indefinibile, secondo me vorrebbe mandarlo nel paese più affollato del mondo ma tiene famiglia e lavoro quindi tenta di stare al gioco come può quando quel gioco doveva proprio non giocarlo. Obiettivamente, lo schiaffone in faccia ci stava tutto ma ci voleva molto fegato e i rapporti di forze tra i due sono troppo sbilanciati a favore del satiro. Avrebbe potuto incrociare le braccia, smettere di parlare e guardarlo fisso in un silenzio gelido. Conosco diverse donne che lo avrebbero fatto a pezzi a parole, ma tant’è. Comunque, da oggi si chiude la campagna elettorale e da domani si vota, signori. Uno dei candidati, ebbene sì, è ViOBS. Buona elezione a tutti. Io, giocando al piccolo sondaggista, lancio un sondaggio su quale sarebbe stata la risposta migliore da dare all’ilare, anzianotto, patetico omino e alla sua spassosissima domanda.

“Lei viene ?”
“ In ambulanza con lei quando la portano al manicomio? Sì, vengo”
“ Sì, vengo col rugbysta tatuato laggiù, è il mio compagno e adesso le fa un culo così”
“ Sì, vengo tutte le volte che qualcuno la manda affanculo “
“ Sì, vengo da Busto Arsizio in autobus tutte le mattine”
“ Sì vengo ma lei invece quando se ne va ? “
“ Se lei sta fermo e io sono su un rullo compressore, sì, vengo subito”
“ Al suo funerale? Vengo volentieri, grazie, speriamo sia presto”
 
 

martedì 19 febbraio 2013

Repetita Juvant ?

 
 
Non so se repetita juvant, ma sta diventando compulsivo. Ci sono ricascato. Proprio in senso letterale, ricascato nella neve intendo. E’ una sorta di richiamo della foresta, quando il microchip sensore geoclimatico installato nel mio cervelletto rileva più di venti centimetri di neve io devo andare a coricarmici dentro. Non so se è il fanciullino pascoliano che vive in me o l’imbecille padano che dorme in camera con lui, ma scatta qualcosa di infantile. Forse il fanciullino a pensarci è una immagine fin troppo evoluta, diciamo pure che è una psicologia primordiale da neonato, tanta fame uguale tanto latte uguale tanto tempo attaccato alla tetta. Anche tanta tetta ha i suoi perché e anche lo starci attaccato, volendo, ma quello ho iniziato a apprezzarlo più avanti. Tanta cioccolata è più buona di poca cioccolata, tanto gelato è meglio di poco gelato, tanto zucchero filato è una grossa nuvola dolce meglio di una nuvoletta. Di conseguenza, tanta neve è meglio di poca neve, mi viene da buttarmici dentro, non so cosa farci.
 
 
Senza avere la pretesa di considerarmi un’opera d’arte, qualcuno mi ha fatto notare una certa lontana somiglianza. Ora, rifare la sceneggiata nella neve completamente gnudo mi tenta assai ma richiede coraggio. E’ anche vero che dopodomani rinevica, dicono le previsioni. La situazione si fa rischiosa. Se riesco a aumentare la somiglianza, forse posso giocarmela come foto per il curriculum. E’ da un po’ che medito di cambiare lavoro. Forse è giunta l’occasione buona. Ho sentito che tra poco si libera un posto da Top Manager in una grande multinazionale di servizi e intrattenimento e l’azionista principale vuole una sferzata di novità. Ho esperienza nella gestione del personale, nelle tecniche di dissimulazione copertura e insabbiamento e nella teoria della contraddizione applicata, bella presenza, capacità affabulatorie e abilità nel dimostrare cose assurde, la dote di riuscire a dire cose inverosimili rimanendo assolutamente serio, disponibilità ad indossare abiti allucinanti senza fare neanche una piega, in confronto agli altri candidati sono giovanissimo, capacità di ascoltare fregandomene di quello che mi dicono e rispondendo con parole a caso, discreta conoscenza della lingua latina. E poi, ho simpatie di un certo tipo e il management sa bene che il mercato delle anime è una giungla e che senza la storiella di diavolo e inferno falliscono nel giro di pochi anni. Magari è la volta buona che la joint venture decolla. Nuntio vobis gaudium magnum, habemus papam. Sympathy Primo. Sì, io il curriculum lo mando. Peggio di così non può andare.
 
 
VATICAN CATHOLIC CHURCH ENTERPRISES ASSOCIATED LTD.
VATICAN CITY, ROME, ITALY
CORTESE ATTENZIONE UFFICIO PERSONALE
CANDIDATURA SOGLIO PONTIFICIO

sabato 9 febbraio 2013

A Volte Ritornano - Guess Who's Back

Premessa doverosa, vi avverto che partirò da Corona per virare su argomenti calcistici e relativo indotto con un posto di rilievo per Balotelli, il che la dice lunga sul livello di questo post. Se state pensando che anche gli altri non erano granchè, vi posso dare ragione garantendo nel contempo che non minaccerò nessuno perché continui a leggermi. Allora, dico subito che Fabrizio ci ha delusi. Latitare, scomparire, fuggire, arruolarsi nella Legione Straniera, emigrare in America Latina, riciclarsi come drag queen, imbarcarsi come mozzo sul Titanic 2, a me andava bene qualsiasi cosa purché sparisse del tutto. Ci ha fatto sognare la sua definitiva eradicazione dal globo terrestre e  scopriamo che è scappato con la 500 e dopo due giorni era di nuovo qua, in direzione delle patrie galere, minacciando di querelare chi dice che frignava quando lo hanno arrestato. Farà due o tre anni se va bene poi uscirà e ce lo ritroveremo di nuovo tra i pendenti.
Come se non bastasse, ne torna un altro. Questo eravamo riusciti a spedirlo a Manchester, se lo sono tenuto per un po’ ma niente da fare. Arieccolo. Mario Balotelli is back. Ora, ce ne sono di cose da dire. Ma che torni uno che mi sta sulle palle, acquistato da una squadra che mi sta sulle palle posseduta da un politico che mi sta sulle palle e gli porti pure una paccata di voti alle elezioni è una cosa che mi ribalta le soprannominate sfere. Lasciamo perdere il fratello del suddetto politico che andando alla partita dice in un contesto pubblico “… e adesso andiamo a vedere il negretto di famiglia …“, lasciamo perdere le sue presunte paternità con presunte showgirl, lasciamo perdere le sue multe e le sue liti coi vigili. E’ proprio un fatto istintivo, di pelle, Mario, scusa se ti do del tu ma proprio nun te posso soffrì. E ho usato l’espressione “di pelle” volutamente. Mi sono rotto le palle di non potere dire che uno mi sta sulle palle perché è di colore e magari mi danno del razzista. Sono assolutamente multietnico in questo campo, mi stanno sulle palle esponenti dei cinque continenti, di tutte le razze e i colori e se sbarcassero i marziani sono sicuro che ne troverei almeno uno che mi sta sui coglioni. Mario, hai un fisico da paura e potrai difenderti, ma in campo cavi gli schiaffoni dalle mani e certi stopper di una volta avrebbero un paio di cosette da dirti. O da dire alle tue caviglie coi tacchetti. E ne avrei anche io da dire, sia a quelli che fanno la fila per entrare in un locale dove c’è Corona e gli fanno i gruppi su Facebook che a quelli che fanno, guardano, commentano su youtube trasmissioni come queste. Non guardate il video che segue se non avete stomaco forte, potrebbe essere devastante. E la lettura dei commenti è peggio ancora.

 
Come dicevo, non guardo al colore della pelle nelle mie antipatie. Mi sta pesantemente sui santissimi anche Ibrahimovic, bianco, con origini slave e di nazionalità svedese. Ora che ci penso, tempo fa ho sbeffeggiato il bodyguard di Silvio, adesso uno che è un fascio di muscoli e una specie di gigante che fa kick-boxing. Poi dicono che uno se le cerca. Sotto tutto questo regna la contraddizione, ovvia, non poteva mancare ma chi ha mai detto di essere coerente. Prendo a calci palloni da quando ho l’età della ragione e forse anche da prima. Ho giocato a calcio per una vita, frequentato stadi, guardato partite. La profonda avversione testicolare non inficia l’ammirazione tecnico-sportiva. Mario, quando tu agli europei hai infilato quelle due pappine ai tedeschi io ho goduto come un riccio, lo ammetto. E quando Ibra ha fatto quel gol in rovesciata all’Inghilterra io ho dovuto stropicciarmi gli occhi. Niente da dire, siete due campioni, ma con rima baciata mi state sui coglioni.
 
 
 

 
Eh, certo, sei invidioso, loro sono campioni, guadagnano un sacco, sono famosi, per questo ti stanno sulle palle. Mica vero. Roger Federer è un campione, guadagna un sacco, è famoso ma mi sta simpatico. E fa cose del genere.
 
 
Eh, certo, ma Federer è bianco, per questo non ti sta sulla palle. Mica vero. Michael Jordan era un campione, guadagnava un sacco, era famoso, era di colore e mi stava simpatico. E faceva cose del genere, oltre a fare film recitando coi cartoni animati. Sì, so Space Jam a memoria, e allora?


 
Aggiungendo, così per inciso, che non ho nemmeno preclusioni di censo e che mi stanno molto sulle palle anche almeno quattro miei condomini che non sono né ricchi né famosi, concludo dicendo che tutte queste cose, Corona, Balotelli, Ibra, Federer, Jordan sono cose di lusso. Cose da Mastercard (vabbè, i miei vicini credo di no, ma fa lo stesso). E anche se fatico a provare avversione fino in fondo per un popolo che ha inventato lo champagne, se posso generalizzare mi stanno tendenzialmente sulle palle i francesi. E allora. la meta di Castro alla Francia domenica scorsa non ha prezzo.
 
P.S. oggi mi stanno sulle palle gli scozzesi, molto.

venerdì 1 febbraio 2013

L'uomo che cadde sulla terra

Ancora un piccolo suggerimento personale su minuscole cose insignificanti da fare almeno una volta nella vita. Qui il fattore geoclimatico è imprescindibile. Questa è decisamente invernale ed è indispensabile una grigia giornata di neve abbondante, fresca, soffice e compatta, con almeno venti centimetri al suolo. Io l’ho fatto in versione lavorativa, ma ragionevolmente si può fare anche in versione condominiale. Mi sento di sconsigliare la versione in tangenziale o in incrocio trafficato, a meno che non si amino le sensazioni forti. Considero antisportivo indossare abiti impermeabili, va fatta con vestiario normale. Diciamo inoltre che lavorare in un posto dove i rapporti gerarchici sono molto flessibili e le relazioni informali aiuta, anche se altrove potrebbe essere un modo elegante di chiudere un rapporto di lavoro. Durante la pausa caffè guardare i colleghi, dire “ Signori, ma vi ho mai detto che a me piace on ice ? “, appoggiare il bicchierino, uscire e inoltrarsi nel parco circostante camminando senza voltarsi incurante di sguardi allibiti e sorrisi di compatimento. Arrivati a distanza adeguata girarsi, sorridere al pubblico che vi guarda allargando le braccia, fare un inchino, soffiare un bacio e lasciarsi cadere all’indietro nella neve. Bisogna rimanere stesi immobili per almeno cinque minuti, prendere sonno sarebbe un tocco di qualità aggiuntivo ma c’è il rischio che nessuno venga a svegliarvi e le alternative sono licenziamento, congelamento o entrambi.
  
 
Dopodiché rialzarsi avendo la massima cura di non danneggiare la vostra impronta nella neve, tornare alla macchinetta del caffè, bere il caffè gelato e dire con fierezza ai colleghi come se si trattasse di una grande rivelazione “ Yes, I’m the man who fell to earth, e allora ? “ Quindi iniziare uno sproloquio metafisico su pieni e vuoti sviscerando in particolare il concetto che la vostra forma rimasta nella neve, oltre ad essere una impalpabile opera d’arte di cui voi siete atto e attore, è una assenza apparente nata da una presenza passata e non sarà quel nulla a scomparire, perché è già nulla per definizione e non può annullarsi, ma sarà il dissolvimento della volatile sostanza che segnava per contrasto e negazione l’assenza a cancellare quella presenza fatta di nulla. E’ molto importante che diate chiaramente la sensazione di non avere la minima idea di quello che state dicendo. Fissare con aria assente un punto imprecisato sopra le teste dei vostri ascoltatori aiuta. Quando sentite che le vibrazioni verso di voi si fanno molto negative, tipo insulti e minacce verbali con almeno l’80% dei presenti che vi gira ostentatamente le spalle e il restante 20% che vi lancia addosso tè o cioccolata, entrate nell’ufficio del responsabile commerciale e scuotendogli un po’ di neve sulle fatture ditegli con faccia molto ma molto sussiegosa “ You’re face to face with the man who sold the world ! ”, quindi ritornate alla vostra scrivania imitando un allegro scampanellio sulla melodia di Jingle Bells e chiedendo ai colleghi che incrociate se hanno visto passare delle renne.
 
             

                     

lunedì 21 gennaio 2013

Ball And Chain

Fabrizio Corona è scomparso, fuggito, latitante, irreperibile. E questa è una buona notizia. Uno dice “ok, finalmente è sparito, ce lo siamo levato dai coglioni” e si apre a un moderato ottimismo. Poi legge “ricercato con mandato di cattura europeo” e l’ottimismo svanisce come neve al sole. Come sarebbe a dire mandato di cattura? Europeo? Ricercato? No, dico, ma lo stiamo anche cercando? Qualcuno ne sente la mancanza? Siamo in molti preoccupati per lui? E perché mai, di grazia, stiamo fracassando gli zebedei a tutta Europa per ritrovare questo tizio? Perché è stato condannato a 5 anni per aver tentato di estorcere venticinquemila euro al calciatore Trezeguet in cambio della non pubblicazione di immagini compromettenti.
Ora, Trezeguet (grandissimo attaccante, tra parentesi) adesso credo giochi in Argentina e probabilmente non gli può fregare di meno delle foto fatte davanti a un locale in Italia anni fa. E noi scomodiamo l’Interpol per cercare Fabrizio Corona. E metti che per sfiga lo troviamo e finisce dentro, qui bisogna fare un discorso umanitario. Già le carceri italiane sono luoghi sovraffollati, ma infliggere a un povero rapinatore di banche o a un serafico pusher la tua compagnia per cinque anni in una cella di 4 metri per 4 è una atrocità terribile. Dai, Fabrizio, per me siamo a posto così, latita tranquillo. Guarda, se giuri che non metti mai più piede in Italia secondo me venticinquemila italiani che ci mettono un euro a testa li troviamo.
 
 

venerdì 18 gennaio 2013

Fat Man In The Bathtub With The Blues

Tempo fa ricevetti una mail che sbeffeggiava il modo di lavarsi del sesso maschile, col corredo della solita avvertenza ironica “ inviala a un uomo che sia abbastanza intelligente da capirla e sorridere”. Il fatto di averla ricevuta da due donne diverse mi fece pensare fondamentalmente a due cose. O sono considerato da più parti uomo intelligente e sorridente, o da più parti si ha scarsa fiducia nella mia igiene personale. Quindi, dopo una doccia autocritica, con un bel sorriso, misi la mia presunta intelligenza all’opera e ricomponendo come tasselli di un puzzle alcune mie esperienze di convivenza elaborai una risposta. Aggiungete pure a intelligente e sorridente “ vendicativo”.

La doccia di un uomo:
 
01 Si toglie i vestiti mentre è ancora a letto e li getta per terra.
02 Va nudo verso il bagno.
03 Se vede la moglie/fidanzata le mostra orgoglioso la proboscide facendo un rumoroso barrito.
04 Si ferma di fronte allo specchio per analizzare il fisico.
05 Ingrossa la pancia e guarda fiero le misure del suo uccello
06 Si gratta le palle e si annusa le mani per l'ultima volte prima di lavarsi.
07 Entra nella doccia.
08 Si lava la faccia con il primo sapone che vede.
09 Ride come un cretino per come rimbomba la scoreggia che ha appena tirato.
10 Si lava i coglioni e il culo, curandosi di lasciare qualche pelo sul sapone.
11 Si lava i capelli con qualsiasi shampoo, nei casi peggiori con il detergente intimo della moglie/fidanzata.
12 Piscia nella doccia facendo finta di essere Grisou alle prese con un enorme incendio.
13 Esce dalla doccia senza rendersi conto che ha bagnato ovunque perchè ha lasciato la tendina fuori dalla doccia.
14 Non si pettina e scrolla la testa riempiendo di gocce lo specchio.
15 Si asciuga un po'.
16 Si guarda di nuovo allo specchio facendo l'elicottero con il pistolino.
17 Esce lasciando il bagno tutto bagnato.
18 Torna in camera con un asciugamano alla vita.
19 Toglie l'asciugamano e mostra orgoglioso la proboscide alla moglie/fidanzata facendo un rumoroso barrito.
20 Getta l'asciugamano fradicio sul letto e si veste in due minuti.

 Il bagno di una donna:

 01 Entra in bagno e accende la stufetta elettrica anche se è Agosto e ci sono 35 gradi
02 Riempie la vasca fino all'orlo e aggiunge manate di sali dimenticando lo spessore della schiuma
03 Entra nella vasca che regolarmente trabocca producendo sul pavimento l'effetto autolavaggio
04 Emette bollicine sotto il pelo dell'acqua
05 Guarda le bollicine con un sorrisino stupito come se lei non ne sapesse nulla e non c'entrasse niente
06 Inizia a chiamare lui, che sta guardando la partita del Sei Nazioni, per farsi passare il boccetto di ristrutturante, defoliante, energizzante, glicosante, colorante, decerante, ogni genere di sostanza purchè inutile, costosissima e che termini in "ante". Minimo contrattuale almeno otto chiamate per bagno
07 Richiama lui per farsi lavare la schiena
08 Lo insulta perchè allunga le mani, è un porco e non pensa ad altro
09 Esce dalla vasca e alza la temperatura della stufetta
10 Si guarda allo specchio e si soppesa le tette
11 Richiama lui per sentire se secondo lui pesano uguale
12 Lo insulta perchè allunga le mani, è un porco e non pensa ad altro
13 Si gira e si osserva le chiappe
14 Richiama lui per sentire se secondo lui cominciano a cascare
15 Lo insulta perchè allunga le mani, è un porco e non pensa ad altro
16 Esce dal bagno senza spegnere la stufetta, che resta accesa per le due ore successive producendo un microclima equatoriale nel bagno
17 Si presenta in soggiorno con asciugamano sulla testa, tutona azzurra con orsetti, ciabatte di spugna rosa
18 Chiede a lui se può andarsene a guardare la tele in camera perchè lei deve vedere Amici
19 Lui si alza mentre mancano tre minuti alla fine e l'Italia in vantaggio di due punti si sta difendendo a sangue nei suoi ventidue. A causa delle chiamate elencate si è già perso due calci, una meta con relativa trasformazione, una scazzottata tra le prime linee e un intercetto con fuga di 60 metri.
20 Arriva mesto in camera giusto in tempo per scoprire che abbiamo perso all’ultimo minuto con un calcio inventato dall’arbitro. A capo chino, raggiunge la cucina dove versa una lacrima e una birra.
 
 

lunedì 14 gennaio 2013

Un Altro Giorno Di Sabbia E Furore


“On a long enough time line,
the survival rate for everyone drops to zero.”
 
Chuck Palahniuk, Fight Club

 
... and they all pretend they're orphans
and their memory's like a train
you can see it getting smaller as it pulls away
and the things you can't remember tell the things you can't forget
that history puts a saint in every dream ...

 
... and you run and you run to catch up with the sun, but it's sinking
and racing around to come up behind you again
the sun is the same in the relative way, but you are older
shorter of breath and one day closer to death ...
 

domenica 6 gennaio 2013

Psicofootball

E’ cronaca di questi giorni. Partita amichevole, il pubblico ulula ogni volta che un giocatore di colore tocca il pallone. Finché questo si scoccia, tira una pallonata contro i tifosi, si leva la maglietta e se ne va seguito da tutto il resto della squadra. Ora, ho smesso di seguire il calcio da anni anche per queste cose, sbeffeggiare una persona per il colore della sua pelle è una idiozia e lui ha fatto benissimo a incazzarsi. Magari per completezza di informazione bisognerebbe spiegargli che il proprietario della squadra in cui milita è un politico che ha tra i suoi più fedeli alleati un’altra forza politica che riguardo agli stranieri sostituirebbe gli ululati con le pubbliche esecuzioni, ma non possiamo pretendere troppo e non ho voglia di buttarla in politica. Psicodrammi calcistici.
E allora, a proposito di giocatori di colore e psicologia del football, pochi secondi da vedere, di uno dei più grandi di tutti di tempi. Questa finta è fantastica. E' un lampo di genio puro. In quei nove secondi c'è l'equivalente calcistico della Morte del Cigno. Il pallone c'entra quasi poco, viene toccato una sola volta. Danza senza palla, ma il bello è che scherza coi pensieri del portiere. Li irride. Ma non finisce qui. Mentre pensa alla velocità della luce la finta che sta per fare, vede il difensore che arriva da sinistra. Sa che andrà sul primo palo, quello vicino, e cosa fa ? Lo lascia passare e tira sul secondo palo, quello lontano. Ora, lo so che è un giocatore di calcio e il suo obiettivo è buttarla dentro. Ha sbagliato, punto e basta, la palla esce. Di poco, ma esce. Non ha concretizzato l’azione.
Eppure, come Guccini pensava il ferroviere ancora dietro al motore della locomotiva, a me piace pensare che abbia voluto fare una sorta di sberleffo. Sa di avere fatto una cosa spettacolare, anzi due. Mi piace pensare che abbia sbagliato apposta. Sarebbe come la Gioconda che ti fa l'occhiolino, la Venere di Milo alla quale rispuntano le braccia e ti fa il gesto dell'ombrello, un capolavoro con una pennellata sbagliata, una ragazza bellissima coi piedi molto brutti. Se faccio anche goal, si dice, è troppa perfezione. La butta fuori di un centimetro ridendo dentro di sé e finge di meravigliarsene. Recita disperazione ma sa benissimo che quel che ha fatto passerà ugualmente alla storia. E ha ragione. Siamo ancora qui, quarant'anni dopo, a guardarlo a bocca aperta.
 
 

martedì 1 gennaio 2013

Until The End Of The World



Finché quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento,
giorno dopo giorno versa il latte
dalla brocca nella scodella,
il mondo non merita
la fine del mondo

(Wislawa Szymborska)
 
 
Ma se il mondo deve avere fine
merito prima di versare sangue
un giorno con gli occhi che scintillano
come una spada di Hattori Hanzō
che nel silenzio dell’attesa mi guardi
quella donna con la tuta gialla