Avvertenza

Mi sono reso conto che diversi post sono legati a un brano musicale di Youtube che contengono e sono assolutamente incomprensibili senza quel video. Se l'account di chi ha pubblicato quel brano viene cancellato, il video sparisce. Non ho nessuna voglia di mettermi a ripercorrere tutto per vedere se questo è successo, ma se vi imbattete in un post che fa riferimento a un brano che manca, mi fareste un piacere segnalandomelo. Thanks.

venerdì 31 dicembre 2010

B-Side, ovvero questione di culo


Sono le sette e cinque di una serata invernale fredda e umida. Sto andando in ospedale. Alla Torre delle Medicine, che nome pomposo. Trafelato, in leggero ritardo. Cielo grigissimo, è buio praticamente dalle tre. Cammino di fretta a testa bassa sotto una pioggerella leggera e fitta che vorrebbe diventare neve, alternando il nulla cerebrale a rapidi tuffi nei miei pensieri. Giunto alle porte scorrevoli capto vagamente una presenza che arriva di lato, cammina nella stessa direzione ed entra dalla porta accanto. Ci dirigiamo verso la scala mobile che unisce piano terra e secondo piano. Il primo non esiste e devo ancora capire perché. Al momento di salire mi rendo conto che è una donna e cedo il passo.
Salgo immediatamente dietro e mi rendo conto di una cosa a cui non avevo fatto caso in tutti i giorni in cui sono andato in quel reparto. La scala mobile è decisamente ripida e ha gradini altissimi. Ciò significa che mi trovo esattamente ad altezza occhi il fondoschiena di chi mi precede. All’inizio ho il dubbio di trovarmi faccia a faccia con un rappresentante della maggioranza di governo e non capisco perché sale le scale mobili girato all’indietro. Scaccio in un attimo questa immagine orrenda, con una sghignazzata interiore, e torno in me. Prende il sopravvento il prodotto di milioni di anni di evoluzione più o meno riuscita del genere maschile e passo alla contemplazione di un ragguardevole lato B in un paio di jeans aderentissimi. Sono un uomo con dotazione ormonale nella media, credo. Se mi capita davanti un bel sedere lo guardo, e non provo il minimo senso di vergogna a dirlo.
Il primo cruccio è la staticità della situazione. Il movimento verticale e senza scosse che coinvolge entrambi mi priva del piacere di una camminata ondeggiante. Prego per un blackout che ci costringa a salire camminando, ma niente. Ci muoviamo immobili nella stessa direzione, separati da due gradini, e mi sento Achille che non raggiungerà mai la tartaruga. In compenso, il silenzioso dialogo da me intessuto con quel posteriore mi apre scenari imprevisti sui collegamenti tra natiche e cervello. Credetemi, vi prego. Non ansimavo forte, non ho fatto apprezzamenti, non ho fischiato e men che meno allungato le mani, non c’era nemmeno il rumore di gocce di saliva che cadevano sui gradini. Solo il ronzio impercettibile della scala mobile a rompere il silenzio tra i miei due (malconci) neuroni e i suoi due (apprezzabili) glutei. Cosa li abbia connessi non lo so. Eppure, subito prima della fine della scala mobile, la proprietaria dell’oggetto delle mie attenzioni si gira e mi guarda.
Con un lievissimo momento di imbarazzo nel quale, tanto per rimanere in tema, indosso la mia migliore faccia da culo, incrocio lo sguardo di quella che si rivela una ragazza dal volto anonimo con un gran bel paio di gambe. Fine corsa e sbarchiamo al secondo piano. Rallentare volutamente per starle dietro a proseguire lo studio mi pare brutto, quindi procediamo affiancati. Dopo trenta passi io giro a destra verso gli ascensori e lei tira dritto verso il bar. Noto che ha delle scarpe che non mi piacciono. E, dopo quei quindici intensissimi secondi di scala mobile, tutto finisce. Prendo l’ascensore con un signore anziano e grassoccio, in pigiama. Fisso il pavimento fino al sesto piano. Chissà se nella vita è tutta questione di culo.

mercoledì 8 dicembre 2010

Natale

Tradizione natalizia vuole che il giorno dell’Immacolata si proceda al rito dell’albero di Natale. A qualcuno piacerà anche. Io ne approfitto per lanciare un avvertimento, invece. A partire dal giorno otto Dicembre io, da tempo ormai immemorabile, entro in una fase di assoluta irascibilità, scontrosità, intrattabilità. Non è un fatto religioso, o in minima parte. La mia frequentazione di chiese è ridotta al lumicino. Matrimoni, funerali, battesimi a cui potrei anche mandare una sagoma di cartone a grandezza naturale e nessuno noterebbe la differenza. E’ proprio l’atmosfera natalizia che mi innervosisce. Non c’è cosa che mi faccia inferocire come ricevere regali a Natale. Perché devo sottopormi alla penitenza del sentirmi moderatamente in colpa perché non mi sono nemmeno sognato di farne o peggio ancora a quella del nevrastenico affannarsi alla ricerca di qualcosa per ricambiare ? Non ho chiesto regali e mi guardo bene dal farne. Ne faccio quando mi pare, a chi mi pare, senza bisogno di aspettare ricorrenze. Per tacere dello spaventoso crescendo per cui tutto ciò che accade deve accadere prima di Natale. Dopo il ventitrè, pare che non si possa fare più nulla. Bilanci, scadenze, consegne, regali, prenota, disdici, organizza, fai spesa, dopo chiudono, fai benzina. Sembra sempre che finisca il mondo.

Ecco, siamo alla primissima mattina del giorno otto e già sono una belva con congruo anticipo. E la fatidica data del sette Gennaio, quando tutto questo finirà, è distante anni luce. Uno dei motivi per cui spero che i Maya abbiano ragione con la loro profezia è che il mondo dovrebbe finire il ventun Dicembre 2012. Almeno per quell’anno non avremo da pensare ai regali. Finalmente un anno senza alberi di Natale impolverati che riemergono dalle cantine come zombies ricoperti di palle. Senza Babbi Natale sorridenti e barbuti. Credo che dovrebbe essere consentito lanciare granate incendiarie contro quelli appesi ai balconi a simulare arrampicate, e che ci vorrebbe una standing ovation per i topi d’appartamento che si infilano nelle case scalando travestiti pareti di condominio. L’unica cosa realistica sono i presepi. Cieli di stagnola, stelle comete attaccate con lo scotch, casette sfasciate e usurate, luci fioche e intermittenti che ogni tanto esplodono, personaggi magari mutilati, storti, malconci, vestiti come straccioni costretti a fare mestieri d’altri tempi per sopravvivere, di cui ci si ricorda solo se se ne rompe qualcuno. Un perfetto spaccato della Palestina oggi, tutto sommato. Però, non voglio essere troppo cinico. In fondo, del Natale restano se non altro le grandi domande esistenziali della vita. Chi siamo. Perché siamo qui. Da dove veniamo, dove andiamo, dove cazzo parcheggiamo, prendiamo il panettone coi canditi o senza ?

sabato 13 novembre 2010

Non aprite quella porta

Voglio rivolgere un pensiero a te, geniale ed eccelso progettista della porta che nel mio condominio unisce il corridoio cantine al cortile. In particolare, al fatto che la tua brillante mente ha deciso che tra la serratura e il pomello la distanza ideale fosse di circa un centimetro. Ciò significa che per una persona con le dita di grandezza normale e un portachiavi con più di tre chiavi attaccate diventa complicatissimo girare la chiave. Io, almeno credo, ho mani standard. Di chiavi ne ho quattordici. E passo da quella porta almeno quattro volte al giorno. Pensandoti ogni volta.
Non sono una persona cattiva, non auguro male a nessuno. Ho tempo e pazienza, aspetterò che tu muoia di morte naturale. Ma dopo, spero che andrai all’inferno. Nel girone che nemmeno l'Alighieri ha osato descrivere, quello delle grandissime teste di cazzo. E che per contrappasso dantesco la tua pena sarà quella di dover rientrare per tutta l’eternità da quella stessa porta con due borse della spesa pesantissime, mentre ti suona il cellulare per la telefonata che hai atteso tutto il giorno, piove a dirotto e in terra ci sono venti centimetri di neve fradicia.

lunedì 1 novembre 2010

Halloween (Reprise, cattiva)

Mi hanno suonato anche quest'anno. Piove a catinelle, mezza giornata a sistemare casa e mezza in giro per parenti, vado verso un mese di lavoro che sarà allucinante. Tutto questo non ti mette di buon umore verso l'accoglienza di diavoletti e streghette scampanellanti. Sono in cucina, sto affettando due fette di salame prima di cena, e suonano. Lo so da subito che non sono i testimoni di Geova, che non è il rappresentante del Folletto, che il postino viene al mattino e poi come ben si sa suona sempre due volte. Ed echeggia per le scale il temutissimo grido "Dolcetto o scherzetto?"
Tanto per cominciare, in casa non tengo caramelle nè cioccolatini. Non ho biscotti. Cosa ti posso dare, tre cornflakes ? Una scatoletta di tonno ? Due sottilette e una fetta di salame ? Diciamola tutta, non voglio darti niente. Mi rompi i coglioni, punto e basta. A carnevale da piccoli ci siamo mascherati tutti, me compreso, e si andava alle feste in maschera o a passeggio sul corso. Mi stava e mi sta benissimo. Ma questo è un bis inutile, per di più a domicilio. No, non ce l’ho con te, bambino. Ce l'ho coi tuoi. Se invece di assecondare te e la moda di una festa imbecille e sguinzagliarti in giro per il condominio a sfracellare le palle al prossimo ti portavano a mangiare una pizza e poi al cinema non era meglio ?
Comunque, l'anno prossimo sto allo scherzo. Hai cominciato tu. Suona, suona pure. Ti aspetto a luci spente vestito come Freddy Krueger in Nightmare, unghie affilate incluse, metto En Vind Av Sorg dei Darkthrone a paletta, spalanco la porta e salto sul pianerottolo urlando. Se poi per tutta l'adolescenza non riuscirai a dormire con le luci spente, farai pipì a letto fino a 27 anni e dovrai andare dallo psicologo tre volte alla settimana, non prendertela con me. E' solo uno scherzetto di Halloween. E poteva anche andarti peggio, credimi. Potevo travestirmi da Gasparri. E mettere Gigi D’Alessio.

sabato 30 ottobre 2010

Halloween

Non lo posso soffrire. Non sopporto questa orgia di streghe fantasmi zombie maschere varie. Non voglio amputarmi due dita intagliando una zucca per darle una espressione cretina e metterla sul balcone o davanti alla finestra con una candela dentro. E’ una tremenda offesa. Alla zucca, che nulla sa di questi riti ed è destinata a rivivere al forno o nel ripieno dei tortelli. Se proprio volete ficcare una candela da qualche parte e non avendo letto L’Era del Porco di Gianluca Morozzi non conoscete Lajos ed Elettra, posso darvi utili consigli anche se non so se vi piaceranno. Non voglio vedere altre streghe. Vedo mostri e demoni di continuo. Ogni volta che apro una busta con dentro una bolletta da pagare, ogni volta che tento di immettermi su una strada trafficata, ogni volta che faccio una coda da qualche parte. Dolcetto, scherzetto. Bambini, lo scherzetto vero ve lo ha fatto la Strega Gelmina in consiglio dei ministri. Chissà come vi divertirete portandovi la carta igienica da casa nelle vostre belle classi da trentatrè alunni col maestro unico.
Poteva avere un senso, tutto questo. Il pensiero, il sogno di una notte che in qualche modo divenisse punto di contatto tra due dimensioni destinate a non incontrarsi. Forse una riflessione su vita e morte, forse una occasione di ricordare e porsi domande. Siamo riusciti a farne una americanata di gadget orribili, con un obbligo di divertirsi pari solo a quello del tristissimo capodanno o di un drammatico ferragosto riminese. Immaginate la scena. Entità immateriali, puri spiriti che dovrebbero affacciarsi sul nostro mondo ed entrare in rapporto con noi vengono accolti da comitive di sciamannati travestiti da idioti che tutti contenti vanno ad eleggere Miss Strega al grido “ Namo regà che è allouiin, stasera se dovemo da divertì !! ”. E allora se la notte del 31 sentite urla, lamenti, stridori dall'oltretomba non spaventatevi. Non preoccupatevi. Viene da un altro mondo, ma è soltanto un vaffanculo.

sabato 23 ottobre 2010

Che razza di Ikea

Odio il bricolage, il fai-da-te, le cassette degli attrezzi e tutto questo genere di cose. Finchè era lontana, con qualche pretesto e un po’ di mestiere sono sempre riuscito a schivarla. Ora non più. Sono arrivati anche qui. Non hanno le corna da vichinghi, non bevono sangue, ma fanno altrettanti danni.
[modalità banalpolemicodemagogico ON] Vi capisco e ciononostante vi odio, maledetti svedesi. Avete neve e freddo per un sacco di mesi all’anno, quindi cosa fate in questo lungo gelido buio ? Copulate copiosamente e ve la spassate come matti a montarvi i mobili da soli. Delle due cose, solo una mi diverte ed è quella dove non servono viti. Andando sul personale, contare le cose per me un minimo significative provenienti dalla Svezia è cosa rapida. Pippi Calzelunghe, ma solo perchè mi riporta bambino, una vaga idea di Welfare State che funziona, Michaela di Goteborg conosciuta a Lloret de Mar tanti anni fa, alcuni movimenti di Ibrahimovic col pallone tra i piedi, un immaginario di giovani bionde lascive e disinibite, La Trilogia di Millennium anche se comincia alla grande poi va in calo. Punto. [modalità banalpolemicodemagogico OFF].
Ma veniamo ai fatti. Da quando hanno aperto Ikea anche qui, ogni tanto pare che sia obbligatorio andarci. Stavolta il pretesto è importante, armadio e sedie cucina. E va bene, è arrivata la mattina. Andiamo. All’ingresso, scaccio l’ipotesi di attaccare briga al bar chiedendo un cappuccino con aringhe (anche se ho il serio dubbio che probabilmente me lo avrebbero servito sorridendo senza fare una piega e chiedendomi anche se ci volevo la panna) e inizia il tour de force nel labirinto dove vendono TUTTO. Scaccio anche l’idea di chiedere se hanno un Kofs, Stefano Benni docet, e faticosamente raggiungiamo le casse. Come temevo, ci ha seguito fin là un sacco di cose di dubbia utilità delle quali non si sentiva assolutamente la mancanza prima di uscire di casa. Però insistono per venire con noi, quindi pago anche quelle e con l’auto più carica di un TIR, manca solo un clandestino appeso sotto, si arriva a casa.
In assetto di guerra, si fa un mezzo trasloco dato che per montare tutta questa roba ci vuole un sacco di spazio e si invade il pavimento dei pezzi di Fjanna, Skarda, Hemnat e così via. Naturalmente i nomi sono inventati, ma dubito che qualcuno se ne sarebbe mai accorto. Tralascio le interminabili ore successive e passo agli esiti della battaglia Italia-Svezia.
Pezzi di cartone enormi da sminuzzare per infilarli nel bidone della differenziata, vesciche alle mani, dolori alle ginocchia, diverse volte vicino a nominare il nome di Dio invano. Le sedie dovevano essere due bianche e due rosse e sono tutte bianche, ma piuttosto che tornare a cambiarle me le terrei anche con gli elefantini viola. Manca una vite e la sostituisco con una di fortuna. Un pezzo è sagomato a rovescio ma lo si monta ugualmente, un po’ forzato ma va. La chiusura dell’armadio non funziona e richiede una sessione supplementare pomeridiana. A sera, è tutto finito.
L’idea non è di una solidità esemplare, ma l’effetto non è male. Da non sottovalutare, mi sono rimasti in tasca qualche centinaio di euro. Attendete un po’ di aperture-chiusure di armadio e un po’ di sedute.

Vi saprò dire se è stata una buona Ikea.

mercoledì 22 settembre 2010

Romagna Mia 7 - Il Cacciatore Di Aquiloni

Se ne ho voglia vado in acqua anche in condizioni precarie, in genere. Pioggia, vento, caldo, freddo. Non sono nemmeno troppo preoccupato delle meduse e squali non ce ne sono. La mucillagine faceva un po’ schifo ma non mi ha distrutto la vita.

lunedì 20 settembre 2010

Romagna Mia 6 - Nomina Sunt Consequentia Rerum ?

Va bene, poteva essere una tragedia e io sono uno sciagurato che ride su cose sulle quali non si dovrebbe ridere. Ma dato che tutto è bene ciò che finisce bene, rido lo stesso. Mattina balneare, solita via di mezzo con l’acqua alle ginocchia.

mercoledì 8 settembre 2010

Romagna Mia 5 - Slow and Furious

Sulla riviera romagnola, e purtroppo temo anche altrove, è presente una piaga di dimensioni bibliche. Cavallette, pestilenze, fuoco dal cielo e altre amenità del genere non sono nulla. Non parlo del karaoke notturno né del turista teutonico né dei balli di gruppo né della piadina con lo squaquerone.

giovedì 2 settembre 2010

Romagna Mia 4 - Beach Orphans

Nella multiforme fauna che infesta i nostri litorali, un esemplare particolarmente fastidioso e purtroppo non in via di estinzione è il cosiddetto orfanello da spiaggia. Niente di drammatico, nessun lutto. Riponete i fazzoletti e asciugate le lacrime.

mercoledì 25 agosto 2010

Romagna Mia 3 - Ciapa la Galeina

Rituale passeggiata sulla spiaggia in formazione classica. Carnaio improponibile, ma fa tanto bene respirare l’arietta marina, fa tanto bene il movimento, e il sole lo prendi meglio camminando e via così.

lunedì 16 agosto 2010

Romagna Mia 2 - Apocalypse Now

Spiaggia affollata e assolata. Un ronzio lontano. Tre punti neri in distanza. Si avvicinano. La gente inizia ad alzare il naso verso l'alto. Il ronzio cresce mentre si ingrandiscono. Elicotteri. Non il solito elicotterino che passa ogni tanto.

mercoledì 4 agosto 2010

Romagna Mia 1 - Che fine ha fatto Nonna Pina ?

Animatrice moretta del Miniclub per bambini in piscina, ascoltami attentamente. Voglio dirti una cosa. Sei una bella ragazza, ma quando quel giorno mi sono affacciato alla finestra e ti ho guardata intensamente non era concupiscenza.

giovedì 8 luglio 2010

Cuore di ghiaccio

Non avertene a male perchè non ho scritto una poesia anche a te, omino che giri col camion della Bo Frost, ma prima di tutto non sei il mio tipo e poi ho alcune domande da porti. Io non so se vi fanno dei corsi di formazione prima di mandarvi in giro, ma credo che vadano un pò ripensati.

giovedì 1 luglio 2010

Geova Rap

Testimone di Geova
Con la Torre di Guardia
Io sarò miscredente
Ma rispetto ogni fede
Pur non condividendo
Può venire il Profeta
Un serafico Buddha
Presentarsi Confucio
Zeus con Era e Afrodite
Gesù Cristo risorto
Brahma con la Trimurti
Il Dio Pan col suo flauto
Panteisti e Animisti
Non mi faccio problemi
Ne possiamo parlare
Ma al momento appropriato

Testimone di Geova
Con la Torre di Guardia
C’è davvero una cosa
Che non riesco a capire
Questo gusto perverso
Masochista perfino
Di volersi a ogni costo
Far mandare affanculo
Questo proselitismo
In zelante missione
Sai, mi lascia perplesso
Se vorrò convertirmi
Prenderò appuntamento
Non fermarmi per strada
Con gli opuscoli e i libri
Quando vado di fretta


Testimone di Geova
Con la Torre di Guardia
Sì, non era giornata
Per sentir la domanda
“ Lei non pensa signore
causa il male del mondo
corra il rischio anche l’uomo
di sparire nel nulla
castigato dal cielo ? “
Ho risposto di getto
“ Son estinti di brutto
dinosauri e altre razze
non sarebbe poi strano
che toccasse anche all’uomo”
M’hai guardato stranita
E hai girato sui tacchi.

Testimone di Geova

Con la Torre di Guardia
Niente di personale

Ma la cosa peggiore
Te lo devo pur dire
Avanzando con gli anni
Si sta a letto di gusto
E il mattino alle nove
La tua scampanellata
In un giorno festivo
Ridurrebbe anche un santo
Ad urlante demonio
Fai un bel segno rosso
Su quel mio campanello
“ Attenzione fratelli
questo è pazzo sul serio”

Testimone di Geova
Con la Torre di Guardia
Dai troviamo un accordo
Una pace, un agreement
Un bel modus vivendi
Se ti vedo lontano
Cambierò marciapiede
Evitando imbarazzi
Ed equivoci strani
Ma tu devi giurarmi
Sulle cose più care
Per un mondo migliore
Di tenere il tuo dito
Alla larga, lontano
Dal fatale pulsante
Con su scritto il mio nome.

sabato 19 giugno 2010

Ode a Manuela di Sky

Manuela che chiami per conto di Sky
il tuo squillo e’ arrivato verso l'una
ero di corsa, appena rincasato
avevo già due pentole sul fuoco
non ti ho trattata bene ma insistevi
a ora di pranzo, saprai meglio di me
purtroppo un vaffanculo può arrivare.


Manuela che chiami per conto di Sky
lo so, facevi solo il tuo lavoro
immagino precaria e malpagata
ma non proporti a me come una amica
vendendo vantaggiosi abbonamenti
di cui per dirla in modo raffinato
davvero non mi frega proprio nulla.


Manuela che chiami per conto di Sky
tra noi poteva nascere qualcosa
ma parlavi mangiando le parole
il rumore di fondo era tremendo
io sentivo il mio sugo gorgogliare
il terrore che bruciando si attaccasse
ha cancellato in un soffio la passione.


Manuela che chiami per conto di Sky
sei stata sfortunata, se quel giorno
allegro avessi preso la chiamata
fingendomi domestico straniero
per spararti giocoso una minchiata
"Padroni stanno in Kenia ad un safari"
non t’avrei detto tante parolacce.


Manuela che chiami per conto di Sky
scusami, non volevo maltrattarti
se ti serve al rinnovo del contratto
la prossima volta, giuro, ascoltero’
ma prometti di dire al signor Murdoch
che non lo voglio manco regalato
il suo bel vantaggioso abbonamento.

sabato 12 giugno 2010

La Ballata del Suv

Pigra l'attesa della campanella
Passo carraio del tutto ostruito
Enormi le ruote sul marciapiede
La bionda mechata al volante del Suv
Mi guarda furente coi Prada fumè
Mentre sghignazzo appoggiato alla siepe
Non è colpa mia, sei tu che purtroppo
Non sai parcheggiare quel macchinone
Ma devi arrivare davanti a scuola
Non più d’un metro dal sacro cancello
Potessi, entreresti nella terza B
Nell'aula di scienze, in sala docenti
Per fare salire il tuo tesoruccio
Col biondo caschetto o sparato di gel
Firmato da Nike, griffato da Reebok
Che s'equita, danza, nuota, fa judo
Ma cento metri da scuola al parcheggio
Non può camminarli, troppa fatica
Metti che piova, potrebbe bagnarsi
Col vento ammalarsi, forse tossire
O, Dio non voglia, col caldo sudare.

E mentre coltivo il mio malumore
S'avvera inatteso il sogno segreto
Arriva rombando a trentotto all'ora
L'utilitaria colore di topo
La mite signora dentro il Pandino
Vede bloccato il cancello di casa
Un colpo di clacson, Bandiera Rossa
E poi Che Guevara suona il secondo
S'affaccia il marito, Marx in ciabatte
Bianca canotta la sola armatura
Lancia la sfida alla donna fatale
“Rimuovi il tuo mezzo, oscena baldracca!”
(son altre parole, glisso e proseguo)
Non credo ai miei occhi, lotta di classe
Costretto alla retro il Suv luccicante
Ventun manovre per fare inversione
Affranta la bionda, trucco che cola
Lieta sorride la donna al volante
Infila trionfante la via del garage
Un ultimo sfregio alla leopardata
Di vinta battaglia fiero vessillo
Sventola in ciel dito medio disteso.

sabato 29 maggio 2010

Kleenex Blues

Guidatore ignorante
Nella macchina nera
Ti seguivo distratto
Lungo la tangenziale
Pieno sole bruciante
Immorale era il caldo
Ed il tuo finestrino
Non m'aveva allarmato

Guidatore ignorante
D'improvviso l'hai fatto
Sotto increduli occhi
Tu hai sporto la mano
E sul torrido asfalto
Hai lasciato cadere
In ignobile palla
Il tuo fetido kleenex

Guidatore ignorante
Mi dirai “Sei fissato”
Sì, non era plutonio
E nemmeno diossina
Ma non so cosa farci
Se dal tuo gesto urtato
Io t’avrei sorpassato
Per mandarti affanculo

Guidatore ignorante
Un fucile a due canne
Sul sedile di fianco
Che gran gioia sarebbe
Con i tipi tuoi pari
sorridendo dal vetro
intimare puntando
“Ora scendi e raccogli”

Guidatore ignorante
Che ridendo beato
Hai svoltato all’uscita
Mentre l’orrida carta
Rotolava nel vento
Non potrai mai sapere
Di quell’odio profondo
Che provavo nel cuore

Guidatore ignorante
Ti vorrei solo dare
Un pacato consiglio
Per la prossima volta
Se non riponi in tasca

Il tuo fazzolettino
Lo potresti infilare
Ove non batte sole ?

Dedicato all'anonimo guidatore della Hyundai nera.
Grazie per l'ispirazione.

martedì 18 maggio 2010

Dead or alive

Mi sono messo in strada da poco. Cintura allacciata, occhiali da sole, fari accesi, musica. Non sono ancora fuori città quindi vado abbastanza piano. Sorpasso una fila di auto accostate e all’improvviso una di queste mette la freccia e fa per entrare nel traffico davanti a me.

sabato 15 maggio 2010

Tutore Dell'Ordine

Tutore dell’ordine, l’altro giorno mi hai fermato e multato. Sgombro subito il campo da equivoci. Ho commesso una infrazione al codice della strada e la multa me la sono meritata.

giovedì 6 maggio 2010

Uno, nessuno e centomila

Adagio
( Degli Specchi Nel Sole )


Sono fermo a un semaforo. Qualcuno ha spostato lo specchietto retrovisore. Soliti guai delle auto condivise. Mi piego di lato per sistemarlo e mi vedo sotto una prospettiva diversa. Luce, angolazione, grandezza sono differenti rispetto agli specchi di casa. La gobba sul naso. Santo cielo, ma non me la ricordavo così. Mi sposto ancora un po’ di lato per osservarmi meglio e mi arriva un raggio di sole negli occhi.

Andante
( Dolente Flashback )

Ho un raggio di sole negli occhi. Sono appena fuori dal cerchio di centrocampo e aspetto il rinvio del portiere. Guardo il mio avversario. Finora di testa le ho prese tutte io, prendo anche questa, non c’è storia. Rincorsa, stacco, vado su superficiale, senza allargare i gomiti. Palla sulla fronte, la giro verso un compagno di lato e nello stesso istante mi esplode un lampo di dolore in mezzo alla faccia. Cado e mi ritrovo in ginocchio, per qualche secondo non capisco più niente. Mi passo una mano sulla faccia. Sono bagnato, è una giornata calda ma non mi ero reso conto di essere così sudato. Guardo la mano ed è completamente rossa. Gocce di sangue anche sulla maglietta blu. Mi rendo conto che ci sono alcuni compagni che mi osservano con aria attonita. Poco più in là urla, spintoni, un parapiglia di maglie blu e gialle. Ho preso una gomitata o una testata coi fiocchi. Mi siedo in panchina, vorrei provare a rientrare ma niente da fare, continua a sanguinare. Entra una riserva e lascio il campo. Mentre mi dirigo verso l’auto l’ultima cosa che vedo è il nostro libero che entra dritto sulla caviglia di quello che mi ha steso. Leggi non scritte del calcio. Di nuovo agitazione, minacce, grida. Sorrido con un labbro gonfio. Grazie, amico, ti devo una birra.

Allegro
( Dialogo Muto col Giocoso Dottore )

“Ma cosa abbiamo qui, un naso rotto ? “
[ dottore, la smetta di parlare come Ratzinger,
il naso è mio e mi fa anche un male cane ]
Cosa facciamo, mettiamo qualche puntino ? “
[ mah, veda lei, io vengo sempre al Pronto Soccorso
di domenica pomeriggio tanto per prendere un tè ]
“ Vede, se andava a pescare non le succedeva niente ! “
[ dottore, a parte che mi fanno schifo i vermi
sapesse dove penso che dovrebbe andare lei ]
“ Credo proprio che le resterà un po’ storto ”
[ grazie, dottore, adesso sono tranquillo,
lei sa essere veramente incoraggiante ]
Magari quando torna a togliere i punti la mando in maxillo “
[ dottore, se quando torno c’è lei li tolgo da solo, giuro ]
“ Certo che ora più che un calciatore sembra un pugile “
[dottore, se fossi un pugile
ora i nostri nasi sarebbero simili ]

Pianissimo
( Back to the Future )

Non sono andato in maxillo. Mi sono tenuto la mia deviazione destro-convessa. Forse non ho aiutato la mia sinusite e gli occhiali, almeno qualche modello, stanno un tantino storti. Chi se ne frega. Su questa faccia, ci può stare. Un colpo di clacson. Tolgo il naso dallo specchietto e vedo una signora inviperita che gesticola sull’auto dietro. Mi viene da ridere, chissà se mi ha scambiato per una di quelle che si rifanno il trucco ai semafori. E’ scattato il verde. Metto la prima e smetto di essere un personaggio pirandelliano. Ma gli esami non finiscono mai.

lunedì 3 maggio 2010

I Poeti



Poeti maledetti, maledetti poeti

Ho fatto un sogno strano. Ero su un tetto di notte, e pioveva. Avevo una colomba candida tra le mani, ma non so se parlavo con lei. Ho visto cose che voi umani non potreste nemmeno immaginare.

sabato 1 maggio 2010

Pleased to meet you ... again

Hope you guess my name ...