Avvertenza

Mi sono reso conto che diversi post sono legati a un brano musicale di Youtube che contengono e sono assolutamente incomprensibili senza quel video. Se l'account di chi ha pubblicato quel brano viene cancellato, il video sparisce. Non ho nessuna voglia di mettermi a ripercorrere tutto per vedere se questo è successo, ma se vi imbattete in un post che fa riferimento a un brano che manca, mi fareste un piacere segnalandomelo. Thanks.

sabato 30 marzo 2013

mercoledì 20 marzo 2013

Angry Cockroaches, Quasi Una Love Story

Mi sveglio con una sete infernale. Apro gli occhi nel buio e guardo i numeri fosforescenti della sveglia sul comodino. Metto a fuoco un 3.52 verdognolo. Esco dal letto controvoglia, mezzo addormentato, e vado lentamente in cucina a cercare un po’ d’acqua.

venerdì 8 marzo 2013

D.

8 Marzo 2013.
Niente mimose.
Niente festa.
Niente sbronze isteriche.
Niente " Auguri a tutte le donne".
Niente maschioni smutandati.
Niente dibattito colto.
Solo un ricordo di una donna. D.

venerdì 1 marzo 2013

Twisting By The Pool

Sto uscendo dalla palestra dopo il rituale calcetto settimanale, abbiamo perso e abbiamo anche fatto schifo. Per completare il quadro depressivo, piove a dirotto. L’avevano detto che sarebbe piovuto, ci hanno azzeccato. Un temporale coi fiocchi e ho anche dovuto parcheggiare lontano, non si trova mai un posto vicino nemmeno a pagarlo. Borsa appoggiata sulla spalla e via di scatto, gambe dure ma ancora riesco a correre, mentre mi avvicino tiro fuori le chiavi dell’auto per accelerare i tempi. Illuso. Mentre corro si impigliano nella tasca e mi scivolano di mano. Mi fermo in un tripudio di male parole e le vedo cadere al rallentatore in un elegante carpiato con avvitamento e infilarsi nella più spaventosa pozzanghera della parte sud della città. Credetemi, pozzanghera è un termine riduttivo, sarà tre metri per due e ho seri dubbi che nella parte centrale non si tocchi. Piove a dirotto, ma devo pure recuperarla questa maledetta chiave.
Quindi mi accovaccio vicino al laghetto fangoso, mi rimbocco una manica e inizio a andare a tastoni nell’acqua gelida sperando di sentirla sotto le dita. Sento delle voci femminili e giro la testa. Sono due ragazze appena uscite dalla palestra che tenendosi strette sotto un ombrello si accingono a circumnavigare quella specie di piscina olimpionica. Una la conosco di vista, la vedo sempre, una moretta alta e snella, l’altra non la conosco, ma è anche vero che le dee dello step vivono in una dimensione parallela e non hanno punti di contatto con noi attempati calcettisti, se si escludono fugaci incontri tra pupille e glutei, inutile che vi dica cosa appartiene a chi. Vedo che mi guardano con aria strana e mi rendo conto che la scena che stanno vedendo non è particolarmente rassicurante, un uomo adulto con barba e baffi che alle 23.07 del Mercoledì sera non ha di meglio da fare che starsene chino ai bordi di una strada con una mano immersa in una pozzanghera gelata sotto un diluvio.
Sulla mia faccia quello che era partito come un sorriso  diventa una specie di smorfia e le due proseguono il cammino badando bene a non avvicinarsi troppo né a me né alla pozza e mi girano intorno guardandomi come un mix tra un maniaco omicida, un malato di mente e un insetto ripugnante. L’idea di commentare “Provate anche voi, ho sentito che i fanghi ghiacciati fanno benissimo alle articolazioni, io mi fermo qui tre sere alla settimana“ viene rapidamente accantonata, quella di imitare con la bocca il rumore di uno sparo e tuffarmi iniziando a nuotare fa la stessa fine, di afferrare una delle due e iniziare a ballare il twist sotto la pioggia non se ne parla nemmeno, così continuo la mia desolata ricerca. Trovo la chiave, la estraggo e la ripulisco alla meglio con un fazzoletto di carta. Sto per rimettermi a correre quando mi rendo conto che le due fanciulle hanno l’auto poco lontana dalla mia e vedere lo psicopatico della pozzanghera che inizia a correre nella loro direzione potrebbe dare adito a spiacevoli equivoci. Tanto ormai più bagnato di così non posso essere, quindi rimetto la chiave in tasca e riparto camminando a passo lento sotto la pioggia. Meglio un raffreddore della buoncostume.