Avvertenza

Mi sono reso conto che diversi post sono legati a un brano musicale di Youtube che contengono e sono assolutamente incomprensibili senza quel video. Se l'account di chi ha pubblicato quel brano viene cancellato, il video sparisce. Non ho nessuna voglia di mettermi a ripercorrere tutto per vedere se questo è successo, ma se vi imbattete in un post che fa riferimento a un brano che manca, mi fareste un piacere segnalandomelo. Thanks.

sabato 30 ottobre 2010

Halloween

Non lo posso soffrire. Non sopporto questa orgia di streghe fantasmi zombie maschere varie. Non voglio amputarmi due dita intagliando una zucca per darle una espressione cretina e metterla sul balcone o davanti alla finestra con una candela dentro. E’ una tremenda offesa. Alla zucca, che nulla sa di questi riti ed è destinata a rivivere al forno o nel ripieno dei tortelli. Se proprio volete ficcare una candela da qualche parte e non avendo letto L’Era del Porco di Gianluca Morozzi non conoscete Lajos ed Elettra, posso darvi utili consigli anche se non so se vi piaceranno. Non voglio vedere altre streghe. Vedo mostri e demoni di continuo. Ogni volta che apro una busta con dentro una bolletta da pagare, ogni volta che tento di immettermi su una strada trafficata, ogni volta che faccio una coda da qualche parte. Dolcetto, scherzetto. Bambini, lo scherzetto vero ve lo ha fatto la Strega Gelmina in consiglio dei ministri. Chissà come vi divertirete portandovi la carta igienica da casa nelle vostre belle classi da trentatrè alunni col maestro unico.
Poteva avere un senso, tutto questo. Il pensiero, il sogno di una notte che in qualche modo divenisse punto di contatto tra due dimensioni destinate a non incontrarsi. Forse una riflessione su vita e morte, forse una occasione di ricordare e porsi domande. Siamo riusciti a farne una americanata di gadget orribili, con un obbligo di divertirsi pari solo a quello del tristissimo capodanno o di un drammatico ferragosto riminese. Immaginate la scena. Entità immateriali, puri spiriti che dovrebbero affacciarsi sul nostro mondo ed entrare in rapporto con noi vengono accolti da comitive di sciamannati travestiti da idioti che tutti contenti vanno ad eleggere Miss Strega al grido “ Namo regà che è allouiin, stasera se dovemo da divertì !! ”. E allora se la notte del 31 sentite urla, lamenti, stridori dall'oltretomba non spaventatevi. Non preoccupatevi. Viene da un altro mondo, ma è soltanto un vaffanculo.

sabato 23 ottobre 2010

Che razza di Ikea

Odio il bricolage, il fai-da-te, le cassette degli attrezzi e tutto questo genere di cose. Finchè era lontana, con qualche pretesto e un po’ di mestiere sono sempre riuscito a schivarla. Ora non più. Sono arrivati anche qui. Non hanno le corna da vichinghi, non bevono sangue, ma fanno altrettanti danni.
[modalità banalpolemicodemagogico ON] Vi capisco e ciononostante vi odio, maledetti svedesi. Avete neve e freddo per un sacco di mesi all’anno, quindi cosa fate in questo lungo gelido buio ? Copulate copiosamente e ve la spassate come matti a montarvi i mobili da soli. Delle due cose, solo una mi diverte ed è quella dove non servono viti. Andando sul personale, contare le cose per me un minimo significative provenienti dalla Svezia è cosa rapida. Pippi Calzelunghe, ma solo perchè mi riporta bambino, una vaga idea di Welfare State che funziona, Michaela di Goteborg conosciuta a Lloret de Mar tanti anni fa, alcuni movimenti di Ibrahimovic col pallone tra i piedi, un immaginario di giovani bionde lascive e disinibite, La Trilogia di Millennium anche se comincia alla grande poi va in calo. Punto. [modalità banalpolemicodemagogico OFF].
Ma veniamo ai fatti. Da quando hanno aperto Ikea anche qui, ogni tanto pare che sia obbligatorio andarci. Stavolta il pretesto è importante, armadio e sedie cucina. E va bene, è arrivata la mattina. Andiamo. All’ingresso, scaccio l’ipotesi di attaccare briga al bar chiedendo un cappuccino con aringhe (anche se ho il serio dubbio che probabilmente me lo avrebbero servito sorridendo senza fare una piega e chiedendomi anche se ci volevo la panna) e inizia il tour de force nel labirinto dove vendono TUTTO. Scaccio anche l’idea di chiedere se hanno un Kofs, Stefano Benni docet, e faticosamente raggiungiamo le casse. Come temevo, ci ha seguito fin là un sacco di cose di dubbia utilità delle quali non si sentiva assolutamente la mancanza prima di uscire di casa. Però insistono per venire con noi, quindi pago anche quelle e con l’auto più carica di un TIR, manca solo un clandestino appeso sotto, si arriva a casa.
In assetto di guerra, si fa un mezzo trasloco dato che per montare tutta questa roba ci vuole un sacco di spazio e si invade il pavimento dei pezzi di Fjanna, Skarda, Hemnat e così via. Naturalmente i nomi sono inventati, ma dubito che qualcuno se ne sarebbe mai accorto. Tralascio le interminabili ore successive e passo agli esiti della battaglia Italia-Svezia.
Pezzi di cartone enormi da sminuzzare per infilarli nel bidone della differenziata, vesciche alle mani, dolori alle ginocchia, diverse volte vicino a nominare il nome di Dio invano. Le sedie dovevano essere due bianche e due rosse e sono tutte bianche, ma piuttosto che tornare a cambiarle me le terrei anche con gli elefantini viola. Manca una vite e la sostituisco con una di fortuna. Un pezzo è sagomato a rovescio ma lo si monta ugualmente, un po’ forzato ma va. La chiusura dell’armadio non funziona e richiede una sessione supplementare pomeridiana. A sera, è tutto finito.
L’idea non è di una solidità esemplare, ma l’effetto non è male. Da non sottovalutare, mi sono rimasti in tasca qualche centinaio di euro. Attendete un po’ di aperture-chiusure di armadio e un po’ di sedute.

Vi saprò dire se è stata una buona Ikea.