Avvertenza

Mi sono reso conto che diversi post sono legati a un brano musicale di Youtube che contengono e sono assolutamente incomprensibili senza quel video. Se l'account di chi ha pubblicato quel brano viene cancellato, il video sparisce. Non ho nessuna voglia di mettermi a ripercorrere tutto per vedere se questo è successo, ma se vi imbattete in un post che fa riferimento a un brano che manca, mi fareste un piacere segnalandomelo. Thanks.

martedì 3 dicembre 2013

Great Balls Of Fire

Vabbè, uno straccio di titolo dovevo pure metterlo e è rock and roll di quello coi fiocchi. E poi si presta, rende quella meravigliosa sensazione di quando proprio le palle fumano.


Nell’ultimo post ho raccontato del mio incontro con un tizio avido di sogni che si aggirava per il web col preciso intento di rompere le palle. E mi è tornato alla mente che circa un anno fa in un altro post invece si parlava di gente che sta sulle balle. Ho avuto così occasione di riflettere sul tema e mi sono reso conto che bisogna fare un distinguo di base tra stare sugli zebedei e rompere gli zebedei. Verbo statico e intransitivo, stare, indica una qualità o una collocazione che nel nostro caso rientra nell’ambito del complemento di luogo, in particolare dello stato in luogo, con le nostre palle a fare da luogo. Quello che risponde alla domanda “ Dove? “ “Sulle palle”. Il soggetto è personaggio che potrebbe essere definito come ID, Intrinsecamente Detestabile.  Verbo dinamico e transitivo, rompere, indica una attività e un destinatario, con i nostri coglioni che assumono il ruolo di complemento oggetto. Quello che risponde alla domanda “Che cosa?“ “Le palle”. Dove il soggetto è l’universalmente noto RC, il RompiCoglioni. Ergo, la prima considerazione è che lo stare sulle palle assume carattere quasi esistenziale e, salvo improbabili e miracolose conversioni, definitivo. Al contrario, il romperle è affare momentaneo, contingente e reversibile. Varie le possibilità combinatorie tra le due cose, con un ampio arco di possibile gradimento. Non mi stai sulle palle e non me le rompi, non so se succederà anche in un futuro più o meno prossimo ma oggi potrei arrivare ad amarti. Non mi stai sulle palle ma oggi me le rompi, vabbè capita, per oggi ti evito e domani è un altro giorno. Mi stai sulle palle anche se oggi non me le stai rompendo, è la vita baby, non è che perché oggi non rompi ti vengo a cercare e nascerà una amicizia fraterna, ti evito a priori e oggi non fa eccezione. Mi stai sulle palle e perdipiù oggi me le stai anche rompendo, scatta l'allarme rosso. 
Ecco, questa è l’ipotesi peggiore. Diciamo che quando l'intrinsecamente detestabile si incrocia con un rompicoglioni attivo in servizio nascono figure mitologiche degne di centauri e minotauri. Tipo il vicino di casa antipatico che ti inchioda un bottone sulle scale su come è tagliata male l’erba del giardino. Già mi stai sul culo come ti vedo e se capto che sei in giro esco dalla porta delle cantine per evitarti, ma doverti dedicare più di cinque secondi di attenzione parlando di una cosa di cui non mi frega una mazza come la simmetria dell’erba del giardino per me è più o meno l’equivalente di infilare le palle nel tritatutto Moulinex. Cioè, per capirci, ipotizziamo Lapo Elkann che parcheggia il suo macchinone in terza fila e mi blocca il passaggio. E’ un esemplare caso di intrinsecamente detestabile che compie un gesto di rottura testicolare nei miei confronti. Ovviamente  è solo un esempio e non succederà, sia chiaro, frequentiamo gente e luoghi diversi e se vado alla mia solita osteria con Lapo Elkann molto probabilmente menano me e lui e fanno bene. Hanno un modo ruspante di esprimere disaccordo, nelle osterie, anche a livello linguistico. I verbi hanno dei modi particolari che si aggiungono ai normali indicativo, congiuntivo e imperativo, tipo l’offenditivo e il randellativo mentre l’ottativo si lega sempre ad auguri di atroci sofferenze e lo sfanculativo ha la proprietà di coniugarsi in tempi risalenti fino alla quinta generazione. Tra i casi, il dativo regge sempre cazzotti o coltellate, il genitivo si costruisce a calcioni nelle parti intime mentre l’accusativo viene sempre negato, eventualmente anche con minacce o corruzione di testimoni. Comunque, per chiarezza dei lettori, ho predisposto una tabella a doppia entrata che dovrebbe chiarire il modo di collocarsi nella gerarchia delle mie relazioni.


Come da indicazioni cromatiche, la fascia ideale è quella in basso a sinistra. Mia nonna che adoravo e mi allungava anche qualche soldo è di diritto nella fascia verde, a zero per entrambi i riferimenti. Invece, il portavoce di un partito della maggioranza di governo di cui non faccio il nome ma che vi dirò se mi contattate sta nella fascia gialla in alto a sinistra finché la tele rimane spenta. Purtroppo è nato, esiste e solo per questo è detestabile ma tutto sommato finché tace non mi rompe, ma schizza immediatamente nella fascia rossa come lo sento aprire bocca alla tele. Un altro mio vicino invece, con cui ho rapporti tutto sommato cordiali e che normalmente sta in fascia verde, si inserisce nella zona gialla in basso a destra nel momento esatto in cui decide di montare scaffali trapanando alle 13,45 di una domenica. Che dire, amici lettori, solo un augurio cromatico. Mi auguro di continuare a vedervi sempre verdi, verdissimi, più verdi di una milonga.



2 commenti:

ilsoleamezzanotte ha detto...

ahahahahah sono terribilmente curiosa di scoprire in che fascia mi colloco :-) e, internos, il politico che proprio non sopporti sarà mica per caso il Berlusca??? Ciao diavoletto diabolicamente simpatico :D

SympathyForTheDevil ha detto...

ilsoleamezzanotte, i miei lettori, almeno quelli invitati, sono tutti di diritto in zona verde. Se sono entrati evidentemente non erano ID, se no col cavolo che li invitavo a leggermi, e le escursioni in zona RC sono state rarissime finora, e perdonate nella mia grande magnanimità. Dei lettori occasionali non so che dire, ma non sono collocabili nello schema dato che non intratteniamo alcun tipo di rapporto.
Su Berlusconi ho deciso di tacere, basta, è ora di tornare a respirare.