Sua Culpa, Mea Culpa

Post a doppio protagonista che avrei potuto intitolare "Delitto e castigo", dove le colpe vengono ammesse e le responsabilità prese. 

Il primo protagonista è il Papa, questo sorprendente Francesco. E devo ringraziare per questo post una gentile lettrice che mi ha segnalato via mail una cosa che mi era sfuggita. Mi stanno sfuggendo un po' troppe cose, ultimamente. Alcune veniali e di poco conto, altre più importanti. Molto, molto più importanti, come vedrete. Ma procediamo con ordine. Un ragazzo autistico che segue regolarmente la messa alla televisione ha pensato di scrivere una lettera al Papa "rimproverandogli" di aver invitato durante la messa a scambiarsi il segno di pace perché in tempi di distanziamento bisogna evitare la stretta di mano. A parte la meravigliosa bellezza della logica rigidità del pensiero autistico, ma questa piace a me e non siete obbligati a condividerla, il Papa ha poi citato la lettera in una successiva omelia e poi ha telefonato al ragazzo, telefonata che è stata filmata dai familiari e divenuta virale sul web. Perché tanto interesse e tanto caos? Perché alla fine della telefonata il Papa, imbarazzato dall'accenno della mamma del ragazzo alla sua santità, ha detto qualcosa tipo "magari ci vediamo all'inferno".

Sul putiferio di polemiche che si è scatenato dopo non entro, sono sicuro che mi crederete se dico che di questioni teologiche preferisco non impicciarmi. Questioni di rapporti istituzionali ad alti livelli, non so se mi capite. Dico solo che il mio capo alla notizia che il Papa avrebbe potuto farsi un giretto all'inferno ha attivato tutta la diplomazia infernale. Fatto sta che per quella frase al povero Francesco hanno scaricato addosso ogni genere di accusa e colpa. Io, forse in controtendenza, voglio dire una cosa positiva riguardo al Papa. Gente, questo argentino sta scalando rapidamente le mie classifiche di gradimento. Come ho detto nel post precedente, un Papa che mena fedeli moleste e apprezza i superalcolici mi sta simpatico. Adesso, un Papa che fa battute da Clint Eastwood mi sta molto simpatico. Insomma, dovrò rivedere la mia procedura riguardo a eventuali telefonate del Papa (sì, mi sono intrippato con le procedure in questo periodo e sto procedurizzando tutto, allora?). Al momento, l'intenzione nel caso arrivasse una telefonata del Papa a casa mia era prima di non rispondere e nel caso fossi costretto a farlo fingermi il domestico dicendo che i signori sono via o spacciarmi per il segretario della sezione regionale delle bestie di satana. Però come dicevo ci ho ripensato e credo che a questo Papa risponderei. Secondo me, se lo prendi bene, ci chiacchieri e te lo lavori a dovere dopo un po' ti racconta anche una barzelletta sconcia.

E passiamo alla seconda colpa del post di oggi, che è la parte davvero dolorosa di questo scritto. E il colpevole sono io, nessun altro. Mi prendo tutta la colpa e mi assumo tutte le responsabilità. Non cerco scuse, non ce ne sono. Non c'è stato dolo, non c'era intenzione ma questo non diminuisce la gravità di quello che ho fatto. O meglio, di quello che non ho fatto. Sì, c'era il lockdown. Sì, c'erano tanti pensieri. Sì, c'era tanta confusione. Ma non conta, non conta nulla. Ho celebrato il compleanno di questo umile blog, e ne ho dimenticato un altro. E non uno qualsiasi, no. Il Suo. Il giorno ventinove del mese di Aprile dell'anno Duemilaventi, nel quale si festeggiava il cinquantesimo anniversario della nascita di Sua Immensa Beltà e Meraviglioso Splendore e Travolgente Magnificenza e Inenarrabile Avvenenza Uma Thurman.

E io, umile servitore prostrato in ginocchio, porgo i miei più devoti auguri e le mie più sentite scuse, riconosco il mio errore e sono pronto ad espiare le mie colpe chinando il capo in attesa del giudizio. Venga Beatrix Kiddo e, che sia magnanimo perdono o Katana di Hattori Hanzo o Esplosione Del Cuore Con Cinque Colpi Delle Dita, sia fatta la Sua volontà.