Avvertenza

Mi sono reso conto che diversi post sono legati a un brano musicale di Youtube che contengono e sono assolutamente incomprensibili senza quel video. Se l'account di chi ha pubblicato quel brano viene cancellato, il video sparisce. Non ho nessuna voglia di mettermi a ripercorrere tutto per vedere se questo è successo, ma se vi imbattete in un post che fa riferimento a un brano che manca, mi fareste un piacere segnalandomelo. Thanks.

sabato 22 novembre 2014

Il Maestro E' Nell'Anima


Era il terzo a cui assistevo. E, adesso come adesso, devo dire che è stato il migliore. Il primo, circa venticinque anni fa, in un teatro che adesso non esiste più e di cui forse si è persa anche la memoria. Grande concerto, niente da dire. Ma in venticinque anni ha aggiunto altre cose, nella sua carriera, e fanno la differenza. Il secondo qualche anno fa, all'aperto, in una cornice spettacolare. Grande concerto anche quello, niente da dire. Ma con una scaletta un pò troppo sbilanciata sull'ultimo album, e con la voce affaticata. Ma questo, gente. La cornice era ideale. E la voce c'era tutta.
Si apre il sipario. Non una parola, come al solito. Non un saluto, niente. Un inchino, e via alla musica. Ho sussultato dal primo pezzo. Quando arriva qualcosa che non ti aspetti. Voglio dire, uno si fa le sue fantasie, comincerà con questa canzone, comincerà con quella. E invece mi sorprende fin dall'inizio. Mi tira fuori dal cilindro Ratafià. E io inizio il mio orgasmo musicale. Che non finisce con la canzone, no. Perché tanto per mettere le cose in chiaro arriva Sotto Le Stelle Del Jazz. Il tempo diventa fatto di attimi, una infinita catena di attimi che diventeranno perfezione, e io sono già su altro pianeta. Poi, un doveroso passaggio sull'ultimo album. Snob e Argentina, bellissime. E mi dico che c'era da aspettarselo, è appena uscito, dovrà pur promuoverlo in qualche modo. E mi sbaglio. Perché, verdissima e languida, mi trovo Alle Prese Con Una Verde Milonga. E la tira tutta lentissima fino all'ultima nota. E quando finisce, il boato di applausi inizia a farmi temere per la stabilità del vecchio teatro. Ehi, sta per compiere duecento anni. Poi, Via Con Me. Portami dove vuoi, Monsieur Conte. Come Di. E a sorpresa, come sempre, quella che per me è stata la vetta del concerto. Resta da solo al pianoforte, questo stramaledetto genio, e piazza una versione stratosferica di Una Giornata Al Mare. Sofferta, sentita, chiamatela come vi pare. Come non la avevo mai ascoltata. Cerco ragioni e motivi di questa vita. Ma l'epoca mia sembra fatta di poche ore. Cadono sulla mia testa le risate delle signore. E mi prende la gola e non la molla più. Pausa, e quasi dispiace. Perché ti rendi conto che metà spettacolo è già passato. E tu vorresti che non finisse. Ne vorresti ancora, e ancora.
Torna in scena e mi spara praticamente in fila Dancing, Madeleine, Gioco D'Azzardo e Aguaplano. E io lì mi spalmo sulla poltroncina e non capisco più niente. So che prima o poi arriverà Diavolo Rosso, e arriva. Il Maestro si fa da parte e lascia divertire i musicisti. E si diverte tutto il teatro, mentre controluce tutto il tempo se ne va. E sai che stai scivolando lentamente verso la fine. Max, che si arrotola su se stessa e potrebbe non finire mai. Non voglio scendere, Max. Gli Impermeabili. Come piove bene, e non sull'anima. Sipario. Chiuso. Ci siamo. Torna per i bis. Un pezzo che non conosco. In francese, bellissimo. E poi, come non mi aspettavo la prima canzone, non mi aspetto l'ultima. Sijmadicandhapajiee. Applausi su applausi. Esce. ancora applausi. Rientra, ed ecco il gesto finale. La mano di taglio sulla gola. E' finita davvero. Ancora applausi, ancora. Ci proviamo fino alla fine. Rientra di nuovo, ancora un inchino e se ne va. Sipario e luci mentre la gente si arrende e smette di spellarsi le mani. Cominciamo ad andarcene. E sto pensando che ho appena visto qualcosa da delirio. E mi dico che in fondo non è difficile, dai. Se sei Paolo Conte, hai scritto le musiche di Paolo Conte, hai scritto i testi di Paolo Conte, giri con dieci musicisti im-pres-sio-nan-ti, non è difficile fare un concerto da delirio. Il difficile, è essere Paolo Conte. E all'uscita, una tizia dietro di me se ne esce con "Sì, però ha fatto pochi pezzi vecchi, io l'ho conosciuto con Bartali". Reprimo l'impulso di girarmi e fulminarla. Hai appena visto qualcosa di straordinario. Taci e fottiti. Anche io avrei voluto Come Mi Vuoi e Sparring Partner. E allora ? Una buona scusa per tornarci, la prossima volta che sarà in zona. Perchè lo so, che ci torno. Il Maestro è nell'anima. E lì per sempre resterà.





PS : se mi dovesse leggere qualcuno che era al concerto, non avevo il blocco degli appunti. Posso avere sbagliato l'ordine di qualche canzone, posso averne scordata qualcuna, posso averne invertite. Non rompetemi i coglioni.