Halloween - A Never Ending Story

Non finirà mai, lo so. Questo è un incubo, altro che Nightmare.

Non c'è modo di liberarsene. Quale sia la mia opinione su Halloween, se mi leggete da tempo la sapete perfettamente. Se siete lettori recenti, cercherò di riassumerla in modo sintetico ed elegante. Halloween mi sta pesantissimamente sui coglioni. Ne troverete prova ripercorrendo all'indietro i post datati attorno al 31.10. Però mi illudevo che lentamente non ci sarebbe più stato bisogno di scriverne. Beh, mi sbagliavo. Oggi pomeriggio suona il campanello di casa. Non aspetto visite né corrieri, quindi l'ipotesi più probabile è che sia il solito vicino di casa che scorda continuamente le chiavi ed è convinto che casa mia sia la portineria. Per chiarire meglio il mio atteggiamento in quel momento, ero comodamente seduto sul divano con un bicchiere di Bunnahabhain a guardare la partita di rugby. E essere disturbato mentre guardo partite di rugby bevendo è una cosa che mi rende molto, molto maldisposto nei confronti di chiunque suoni il mio campanello. (1) Quindi mi alzo e grugnisco nel citofono uno sgarbato, seccatissimo "Chi è?". E invece del solito "Ciao sono Pincopalla scusa scusa scusa mi sono scordato le chiavi mi apri per piacere?" arriva qualcosa che non mi aspettavo. Che mi coglie alla sprovvista. Una vocetta infantile che snocciola l'orrida litania "Dolcetto o scherzetto?" Ora, bambino (o bambina, non sono riuscito a identificare con precisione), la mia opinione non è cambiata nel tempo. La penso sempre allo stesso modo. Ovvero, resto convintissimo che tu sia un piccolo rompicoglioni, ma la colpa in fondo non è tua. Se hai sei, sette, otto anni dubito che tu sia uscito da solo. Avrai detto a mamma e papà che uscivi, e loro ti avranno chiesto dove vai e cosa fai. E qui i casi sono due. O hai risposto "Miei adorati genitori che avete dato alla luce cotanto capolavoro di intelligente pargolo, non posso nascondervi che mi sto recando ad una imperdibile conferenza sulla filosofia kantiana che come ben sapete è da anni uno dei miei maggiori interessi", o hai risposto "Vado a rompere i coglioni suonando campanelli di gente che non conosco per fare dolcetto o scherzetto". In entrambi i casi, non ce l'ho con te. Ce l'ho con quelle grandissime teste di cazzo dei tuoi genitori che non ti hanno portato a fare un giro o meglio ancora non ti hanno rinchiuso in camera a pane e acqua. Ma questo lo penso normalmente, l'ho sempre pensato fin dalla prima volta che qualcuno di voi mi ha suonato. Ma adesso c'è l'aggravante. Come dice il saggio, ma porca puttana miseria, in tempi di CoViD i tuoi genitori ti lasciano uscire e suonare campanelli di sconosciuti che magari ti faranno una bella carezza con la mano con cui si sono appena scaccolati e poi daranno anche dolcetti su cui hanno tossito e che tu ti ficcherai in bocca?

(1) Ok, mi sono espresso male. Maldisposto nei confronti di quasi chiunque, va bene così? Ovvio che se suona una divina bionda creatura in tuta gialla con riga nera e mi dice "Dolcetto, scherzetto o ti strappi il cuore in diretta e me ne fai dono per festeggiare questa stupenda festa di nome Halloween?", la risposta potrebbe essere "E la carta del pacchetto di che colore la gradite, Vostra Signoria?"