"Devono Essere Dei Comunisti"

Post nel quale si fondono in mirabile armonia montagna, automobili, politica e, inutile dirlo, le immancabili minchiate.

Allora, partiamo da un paio di doverose premesse. Dovreste sapere sul mio conto alcune cose, tra le quali due che c'entrano con questo post. La prima è che per motivi climatico-esistenziali prediligo le vacanze in montagna. La seconda è che abitando fuori città sono un pendolare automobilistico che passa diverso tempo in auto. Ecco, questa è la cornice dentro la quale si colloca il post che state per leggere. E' un tranquillo giorno di un torrido luglio e mi trovo in un ameno paesino alpino, felice di fare le cose amene che si fanno negli ameni paesini alpini. A un certo punto, nell'amena piazzetta dell'ameno paesino, negli spazi adibiti a parcheggio sbuca un cartello che avverte che il giorno dopo non si potrà parcheggiare a causa di una non meglio precisata manifestazione. 

Io, che sono anima candida e ingenua, inizio a vaneggiare sulla suddetta misteriosa manifestazione e nella mia fantasia compaiono banchi di formaggi locali, degustazioni di alcolici, tavolate di dolci fatti in casa. Poi certo, ci sono anche amene ragazze alpine in ameni costumi alpini, quando vaneggio mi piace farlo come si deve. Arriva il giorno dopo. La camminata prevista per quel giorno ci porterà a passare proprio davanti alla piazzetta in questione, quindi esco dall'ameno residence in cui alloggiamo pregustando chissà quale ben di Dio. Apro la porta, oltre la quale c'è un rombo quanto mai sospetto visto che non sono previsti temporali almeno per altri dieci giorni e il sole è già caldo e mi trovo davanti una fila di supercar dirette proprio all'amena piazzetta in questione. E mentre dolci, formaggi, grappe e amene fanciulle dei miei vaneggiamenti svaniscono miseramente, realizzo che si tratta di un raduno di auto. Di queste auto.

E qui comincia un certo frullamento testicolare, che vi spiego riportandovi alle premesse iniziali. Se vengo in vacanza in un ameno paesino alpino, è perché voglio vedere erba, mucche, fiori, stambecchi, cime innevate, alberi maestosi, marmotte. Mentre, memore di ore passate sulla statale o in tangenziale a passo d'uomo tra incidenti, lavori in corso, code infinite, se c'è una cosa che NON voglio vedere sono mucchi di automobili. Ora, Horacio Pagani, io non ce l'ho con te e con la tua scuderia. Guarda, ti ho appena fatto anche lo spot. Le tue auto sono miracoli di ingegneria meccanica e di tecnologia, nessuno lo mette in discussione. Ma per me, perdonami, un'automobile è un oggetto che ha il compito di portarmi da un posto all'altro nel modo più sicuro, efficace e economico possibile. Non guardo la Formula Uno, rispetto quasi sempre i limiti di velocità, possiedo automobili semplici. Se uno ha due milioni di euro per comprarsi una delle tue auto che superano i 300 Kmh, buon per lui. Non ho da ridire sulle tue auto, ho da ridire sul trovarmele qui oggi. 

Ci avviamo mestamente costeggiando il serpente di hypercar rombanti e man mano che ci avviciniamo alla piazzetta, che ormai non è per nulla amena perché sembra i box di Monza, la situazione peggiora. Folla ferma ad ammirare i mostri, gente con gli occhi lucidi, la bava alla bocca e i telefoni in mano a fotografare e filmare mentre una Huayra con propulsore biturbo da 6.000 cm/3 e 700 CV mi sgasa esattamente sul ginocchio sinistro e un tizio con megafono sta dicendo qualcosa a proposito della manifestazione. Qui LSD che mi precede si gira verso di me e con la raffinata eleganza che ci caratterizza come coppia in alcuni momenti commenta "Sai quanto cazzo me ne frega?" mentre io rispondo "Ma sì cazzo vengo qua proprio per schivare le auto". 

E, un passo dietro di me, sento il commento di un tizio. A mezza bocca, quel tanto che basta a farsi sentire. Il commento che dà il titolo al post. "Devono essere dei comunisti". Mi giro al rallentatore e nel mio campo visivo entra un tizio grassoccio (chi ora sta pensando "anche nel suo campo visivo è entrato un tizio grassoccio" non è per nulla spiritoso) con maglietta firmata e capello grigio medio lungo, praticamente una sottospecie di Briatore, accompagnato da fanciulla che non riesco a collocare nel triangolo figlia-amante-badante. Ci guardiamo con odio simmetrico e pensieri altrettanto simmetrici che vanno dal "ma tu guarda sto stronzo" al "mi fai schifo solo a guardarti" e nel mio cervello iniziano a rimbalzare due risposte tra le quali non riesco a decidermi.

La prima è "Sì, siamo comunisti e anche incazzati neri perché i bambini che abbiamo mangiato stamattina erano cotti male". La seconda è "Posso farle una foto da mostrare agli amici? No, perché a vedere dei comunisti in Italia mi sa che ci sia rimasto solo lei". Entrambe le ipotesi prevedono il mio intonare a pugno chiuso Contessa del compianto Paolo Pietrangeli mentre LSD fischietta l'Internazionale.

Ma prima che qualcuno butti benzina sul fuoco, la voce di LSD davanti mi richiama alla realtà. "Il pane lo prendiamo qui in negozio o al minimarket?" E io, rimpiangendo di non avere un colbacco della gloriosa Armata Rossa da indossare mentre mi allontano a passo di marcia, schivo l'ennesimo tizio fotografante e opto per il negozio. Le conclusioni le affido al grande Balasso.