L' Arte Della Rissa Sorridente

Post senza capo né coda nel quale si mescolano incompetenti analisi sociopolitiche, antichi ricordi personali e momenti di sport. 

Partiamo dalla cronaca recente, così do subito il peggio di me e dopo è tutta discesa. Avrete seguito l'escalation di scontri tra israeliani e palestinesi. Ecco, io ho l'impressione che le cose si ripetano sempre secondo lo stesso schema, ogni volta. Provocazione, reazione, controreazione. Gli israeliani provocano, abbattono qualche casa nella Striscia e piazzano qualche colono mangiandosi qualche altro metro di territorio, alla faccia di ogni genere di diritto internazionale. Hamas si incazza, reagisce alla provocazione, tira qualche razzo che fa danni minimi viste le difese israeliane. Gli israeliani, al grido di "abbiamo il diritto di difenderci", con un esercito armato fino ai denti e una superiorità tecnologica schiacciante, inizia raid aerei e bombardamenti che provocano danni dieci (cento?) volte superiori. Dopodiché il mondo si indigna, segue tregua, tutti cantano vittoria e lo stato palestinese si è ridotto ancora di più. 

E qui si innesta il ricordo di cui vi parlavo. Primo o secondo anno di scuola superiore, e c'è una grande rivalità tra la mia classe e quella dell'anno successivo della stessa sezione. Rivalità calcistica, per ragazze, esistenziale. Nell'intervallo, una discussione dopo l'ingresso di alcuni rivali nella nostra classe degenera in una deliziosa rissa della quale ricordo con piacere a) la distruzione di un libro della prof di lettere b) un mio compagno di classe che afferra uno dell'altra classe e inizia a sbattergli la testa contro la lavagna c) una serie di banchi con relativo contenuto rovesciati d) una compagna di classe in lacrime per il fatto che uno dei banchi rovesciati era il suo e si era rotto qualcosa che ora non ricordo. Nel caos, da qualche parte, ci sono io. Soggetto pacifico e originale, dedito alla nobile arte del farmi i cazzi miei. Pareva brutto non dare il mio contributo alla colluttazione, ma mi pareva altrettanto brutto, se non di più, farmi rompere il naso o tirare giù qualche dente. E, per un misterioso gioco dell'inconscio, nella mischia identifico un rivale che probabilmente ha le mie stesse caratteristiche e lui identifica me. Quindi ci prendiamo per il collo immobilizzandoci a vicenda, dando l'idea di essere avvinghiati in una lotta nella quale nessuno dei due riesce da avere il sopravvento. La cruda realtà è che nessuno dei due ha nessunissima voglia di fare a botte per motivi che ignoriamo e di cui non potrebbe fregarci di meno e così non ci sfioriamo nemmeno, restando pacificamente abbracciati col tacito accordo "ehi amico stiamocene qui tranquilli fino a che sta massa di deficienti ha finito di scazzottarsi". E così accade, tutto finisce senza un graffio e l'onore è salvo. Naso e denti, anche.

L'ultimo esempio che vado a citarvi è sportivo, e riguarda un rugbista sudafricano. Si chiama Eben Etzebeth e i dati che lo riguardano parlano di due metri per centoventi chili. E' il pacato signore col numero quattro che nel video che segue vedete impegnato in una serie di risse con gente altrettanto grossa. Con la caratteristica di essere sempre sorridente e a suo agio, tipo "ok, adesso ti strappo un polmone e ti riassesto le vertebre secondo il mio gusto personale ma poi birretta, vero?"