Sartoria Cthulhu

Post apocalittico-letterario, nel quale si notano cose e ci si chiede se preoccuparsi senza come al solito arrivare ad una risposta. 

Allora, come ho detto ho notato cose che stanno accadendo. Della situazione politica ormai non vale più nemmeno la pena parlare, e dei social attorno meno ancora. Parliamo di clima, allora. Che io ricordi, il quindici ottobre era il giorno in cui qui si poteva iniziare ad accendere i termosifoni. A volte, sono state concesse accensioni anticipate perché faceva proprio freddo. A ottobre che io sappia si mangiano le caldarroste. Beh, vi informo che oggi ho girato tutto il giorno in maglietta e ieri sera c'erano ventun gradi. Ma non è tutto qui, c'è di peggio. Ho trovato una cosa nella cassetta della posta. E non è il solito depliant anonimo che viene lasciato a tappeto. C'è su il mio nome, c'è il mio indirizzo. E' proprio per me. Cercano me.

Ora, io credo di avervi parlato del mio modo di vestire e credo anche che abbiate capito che questo non è proprio quel che si dice "il mio stile", almeno finché non si trova il modo di abbinarlo ad una canottiera gialla. Per tacere di un altro dettaglio che tanto dettaglio non è, ovvero che con 1.450 euro, costo di un abito pre-sconto, io mi ci vesto per circa due anni e forse me ne avanza anche per qualche bottiglia di Champagne. Che con i 1.950 euro di un cappotto di cachemire io ci compro circa cinquanta giacconi da mezza stagione come quello che sto portando porterei adesso se ci fosse un clima normale. Quindi, ricapitolando, politicamente e socialmente non ci si capisce più una mazza, è un autunno che definire anomalo è un eufemismo e nel fatto che qualcuno voglia vendermi abiti di lusso stracostosi io vedo qualcosa di poco chiaro per non dire minaccioso. Insomma, c'era qualcosa che non tornava in tutto questo. Come cantavano i Pink Floyd in Animals, ero "solo vagamente consapevole di un certo disagio nell'aria".

Finché ho avuto l'illuminazione (arriviamo alla parte letteraria del post) e sono andato a rileggermi Nyarlathotep, un vecchio racconto di Lovecraft. 

Nyarlathotep: il caos strisciante. Io sono l'ultimo, e parlerò al vuoto in ascolto. Non ricordo quando la cosa ebbe inizio. Mesi or sono? Anni? So che a un periodo di sconvolgimenti politici e sociali s'andava aggiungendo la strana e cupa apprensione di un orrendo pericolo fisico; un pericolo diffuso che comprendeva tutto, un pericolo quale può essere immaginato solo nei più atroci incubi notturni. Ricordo che la gente si aggirava con facce pallide e preoccupate, sussurrando avvertimenti e profezie che nessuno osava poi consapevolmente ripetere o riconoscere di aver udito. Un mostruoso senso di colpa gravava sulle città della terra ... vi era una diabolica alterazione nel corso delle stagioni, e da noi un caldo autunno indugiava paurosamente, dando l'impressione che il mondo - forse l'universo - fosse sfuggito al controllo delle divinità note e delle forze conosciute.

Beh, non so se avete letto qualcosa di Lovecraft. Io sì, e nel caso ve lo consiglio. Non vi spoilero il finale del racconto, se volete lo trovate qui, sono due paginette. Poi, se è il caso di preoccuparsi lo decidete voi.