Avvertenza

Mi sono reso conto che diversi post sono legati a un brano musicale di Youtube che contengono e sono assolutamente incomprensibili senza quel video. Se l'account di chi ha pubblicato quel brano viene cancellato, il video sparisce. Non ho nessuna voglia di mettermi a ripercorrere tutto per vedere se questo è successo, ma se vi imbattete in un post che fa riferimento a un brano che manca, mi fareste un piacere segnalandomelo. Thanks.

domenica 26 luglio 2020

Cronache Dal Lockdown 7

                                La camicia da notte del nonno

Come ho già detto, l'inattività forzata del periodo di chiusura ha costretto molti a fare cose che normalmente uno tende a non fare, rinviare, catalogare come non necessarie. Una di queste è la risistemazione di cassetti e armadi, che nella top ten delle attività che odio è al secondo posto dopo lavare la macchina. Del mio abbigliamento ho già scritto più volte e non intendo tornarci su, ma so che mi crederete se dico che il mio armadio e i miei cassetti non sono esattamente quelli di Lord Brummell o di Richard Gere in American Gigolò. E le uniche sfumature di grigio sono quella della biancheria intima uscita da lavaggi sbagliati. Comunque, mi sono addentrato nei meandri del mio vestiario e ho fatto due scoperte, o meglio una scoperta e una riscoperta.
Partiamo dalla scoperta, che è stata un doloroso colpo al cuore e che è nata da una assenza. "Assenza, più acuta presenza", scriveva Attilio Bertolucci, che mi perdonerà per averlo citato in un post accanto alle mie mutande. Allora, cerco di sistemare l'ammasso informe che giace nel cassetto della biancheria e vedo che manca qualcosa. Non trovo la mia maglietta dell'Oktoberfest. Frugo, esamino, guardo gli altri cassetti, niente di niente. Provo ad andare nel bagno dove c'è la lavatrice, sicuro che sarà ancora nel cesto della roba da lavare. E mentre entro nel bagno, l'occhio mi cade sul contenitore seminascosto dietro la porta dove si ammucchiano i capi vecchi da adibire a stracci.
Avete già capito, vero? Tra stracci di ogni colore fa capolino un lembo viola. Con le lacrime agli occhi, mi chino e la tiro fuori. Rovinata, sporca, accuratamente ripiegata tra un vecchio canovaccio da cucina e pezzi di un vecchio lenzuolo dei ragazzi. Sì, era di un colore abominevole. Sì, era piena di sfilacciature, qualche buco, collo liso. Sì, era dello scorso millennio. Ma questo non sfuma il dolore. Non si è mai pronti a dare l'estremo saluto ad una vecchia amica, anche se si ha la consapevolezza che ormai il suo ciclo di vita era finito. Non so come vi comportate voi con le magliette, ma le mie t-shirt hanno un preciso ciclo di fasi di vita che si ripete immutabile, dall'inizio alla fine. E la successione delle tappe che ogni maglietta attraversa è la seguente.

1) Maglietta bella
2) Maglietta così così
3) Maglietta per lavori
4) Maglietta per dormire
5) Straccio

Ora, sto facendo riflessioni inquietanti tipo chiedermi se il Nirvana di una maglietta, dopo varie reincarnazioni, è lo stato di straccio. Se questa si può considerare una evoluzione della coscienza della maglietta, che passa da un effimero essere indossata per meri fini estetici assumendo una progressiva utilità fino all'annullarsi come indumento e servire divenendo straccio. Se invece voi vi state chiedendo se io ho mai considerato come maglietta bella da indossare a una cena una t-shirt viola dell'Oktoberfest 1992, col gusto della perfidia non vi risponderò. E, amica mia, voglio dirti che a metterti nella cesta degli stracci non sono stato io. Non lo avrei mai fatto, lo sai, soprattutto perché secondo me potevi ancora stare tranquillamente in fase 3. E' stato fatto a tradimento.


Il secondo evento legato al vestiario invece è stata una scoperta, o meglio una riscoperta. Pare che, a metà del secolo scorso, in occasione del matrimonio da cui poi sono nato, mia nonna avesse fornito mio padre di un corredo nuziale. Non si è mai saputo bene cosa contenesse, ma le uniche cose che si sono salvate sono due camicie da notte da uomo. In quanto unico erede maschio, sono toccate a me. Una con bordino blu e una con bordino rosso, le iniziali cifrate sul taschino. Erano finite in un cassetto, sepolte sotto strati geologici di altri capi di abbigliamento. E nel periodo di lockdown sono riemerse. Anche qui, avete già capito cosa è successo, vero ? Allora, state per venire a sapere che l'umile autore di questo blog per tutto il periodo del lockdown ha dormito indossando una elegante, vintage camicia da notte maschile che mi vedete indossare qui sotto. 

E, se mi consentite una piccola annotazione personale, godendone assai. Essendo scarso a tette, almeno per il momento, non so dire cosa provano le gentili lettrici quando tolgono il reggiseno. Ma posso dire, citando Luciana Littizzetto, che dormire col grande cocomero libero di ballare la lambada è tutta un'altra storia.

4 commenti:

Scripenta ha detto...

Mah, permettimi di dire che sul fatto che sia un "grande cocomero" non abbiamo prove😅 (io aspetto ancora il rettangolo mancante sulla neve 🤣🤣🤣) Sulla comodità invece credo di poter dire che finché LSD non ti dà un colpo accidentalmente puoi avere la tua ragione, altrimenti partono gli smadonnamenti😅😅

SympathyForTheDevil ha detto...

I colpi in zona sono sempre deprecabili, a prescindere dal vestiario. Quanto alle curiosità impertinenti, fingo di non leggere :D

Scripenta ha detto...

Ahahahah io ti adoro!

SympathyForTheDevil ha detto...

Sei in buona compagnia, mi adoro anch'io :D