Reggiseni, Mutandine E Priorità

In questi giorni ho avuto una illuminazione che mi ha aperto uno squarcio di luce sull'importanza delle priorità da attribuire alle cose.

E a darmela è stato un grande, un grandissimo, un immenso che non è più tra noi. Fëdor Dostoevskij? No. Friedrich Nietzsche? Nemmeno. Søren Kierkegaard? Niente da fare. Ludwig Wittgenstein? Vabbè, ho capito, lasciamo perdere. Le mie illuminazioni hanno ispiratori di altro genere. In questo caso, il signore della foto.

Se non sapete chi è Frank Zappa, sarei seriamente tentato di interdirvi a vita l'accesso al blog, e se non lo faccio non è per buon cuore ma fondamentalmente per due motivi: perché non sono tecnicamente in grado di farlo e perché spero che un microscopico seme di buona musica attecchisca nei vostri cervelli. Ma veniamo al dunque. Stavo come al solito gironzolando su Youtube quando mi sono imbattuto nel video che segue e che ora voi guarderete e ascolterete prima di proseguire nella lettura. Nella mia incommensurabile bontà d'animo (ma non hai appena detto che non hai buon cuore? certo, ma sono o non sono libero di contraddirmi a casa mia ?) se decidete di approfondire il testo non posso esimermi dall'avvertirvi che le avventure erotiche del povero Bobby Brown sono narrate in stile zappiano, quindi politicamente scorretto, e proseguite nell'ascolto a vostro rischio.

Avrete notato che ad un certo punto, diciamo per comodità a 1.30, succede qualcosa. Zappa interrompe il concerto, ferma la band e smette di cantare. E lascia la canzone a metà. Perché evidentemente c'è qualcosa di più importante di un concerto, di una canzone, di un pubblico. E con grande onestà intellettuale, lui ce lo dice. Ci illustra i motivi della sua scelta, assumendosi tutte le responsabilità del suo gesto. "Quando qualcuno mi allunga un paio di mutandine e un reggiseno con un biglietto, io devo leggerlo". E se questa non è la lezione definitiva sulle priorità, ditemi voi quale è.