Tutto questo durò diverso tempo. Finchè un giorno mia madre mi disse guardandomi distrattamente “ Sai che la signora tal dei tali mi ha detto che ti ha visto in edicola ? “. Gelo, dentro e fuori. Mia madre aveva sguardi indecifrabili e l’arte dell’allusione, quindi devo ancora capire se la signora si era limitata a dire di avermi visto o aveva aggiunto, Dio non voglia, che mi trovavo nell’ala peccaminosa. Non ritenni opportuno proseguire il discorso e non ho mai più avuto occasione di chiederglielo. Ma fu spunto di riflessione e autocritica. Era giusto quello che facevamo? Stavamo sbagliando? Non potevamo continuare così. Bisognava cambiare, stavamo diventando grandi. E così fu. Avevamo i motorini adesso. Cambiammo edicola.
domenica 18 novembre 2012
Ore Liete
Uno spin-off dal post precedente.
Dedicato a tutti gli adolescenti moderni nativi digitali che non hanno mai
provato l’emozione di andare in edicola a chiedere riviste sconce. Adesso è
tutto fin troppo facile, un clic su Youporn e hanno un mondo che noi nemmeno
immaginavamo sullo stesso monitor dove scopiazzano le ricerche scolastiche da
fonti inaffidabili. Per di più col sonoro, mentre per noi il porno è stato muto
per anni e per urla e gemiti dovevamo lavorare di fantasia. E la frequentazione
di siti hard tra i ragazzi deve essere una pratica molto comune, a giudicare
dalla velocità con cui compare una schermata nuova sul monitor quando entro in
camera di mio figlio.
Ma per noi era diverso. L’acquisto era pianificato
strategicamente, a partire alla scelta dell’edicola. Ce n’erano due in zona ma
quella dell’ospedale era considerata impraticabile, troppa gente, un viavai
continuo mentre il prelevamento dell’oscuro oggetto del desiderio (perdonami,
Luis) doveva essere rapido e senza testimoni. L’altra invece era perfetta.
Situata lungo una strada di traffico intenso quindi frequentata in prevalenza da
forestieri e non da residenti, ci si accedeva da un sottopassaggio e
l’edicolante era noto per non guardare troppo per il sottile sull’età degli
acquirenti, oltre ad avere come occhiali due fondi di bottiglia che, beata
ingenuità, credevamo avrebbero reso più facile giocare al rialzo sulla nostra
età in modo convincente. Suppongo sia morto e che in ogni caso il suo eventuale
reato sia prescritto, quindi pace all’anima sua e grazie. Avevo una discreta
faccia di bronzo e ero il più alto della masnada, quindi potenzialmente quello
che più poteva sembrare un diciottenne, toccava a me. Il commando era appostato
all’uscita dal sottopassaggio in attesa del momento propizio. Non c’erano
clienti, i marciapiedi nelle due direzioni erano sgombri fino a una distanza
ragionevole, l’arrivo di un’auto che si fermava era una possibilità, ma nella
vita bisogna pure correre qualche rischio.
Ecco il momento. Vai. Il resto del
gruppo aspettava sbirciando, mentre io con fare disinvolto e il cuore a mille
mi avviavo verso il lato sinistro dell’edicola. Un paradiso pudicamente
protetto da una tenda verde. Una rapida occhiata, Le Ore l’altra volta non era
granchè, OV ha una copertina niente male ma prendo Caballero. Afferro e porgo,
senza parlare. E lui coi suoi fondi di bottiglia cerca il prezzo sulla
copertina. Cazzo, lo so io il prezzo e non lo sai tu che lo vendi, ho i soldi
contati, sbrigati per la miseria. Eccolo. Lo avvolgo a cilindro sperando che
non sbuchino troppi particolari anatomici dalle parti che restano in vista, e a
passo di carica mi avvio al sottopassaggio. E’ fatta. Cerchio di ragazzini in
religioso silenzio alle mie spalle, sacerdote officiante la blasfema cerimonia del
primissimo sfoglio. Ma era solo un attimo, una rapida consultazione, sotto i
sottopassaggi passa gente, lo dice il nome. Oddio, non credo che in caso di
mancata soddisfazione avrei avuto la faccia di tolla di andarlo a cambiare. E
in ogni caso eravamo sempre soddisfatti, in molti sensi se mi si perdona la
bassissima battuta. Prima di uscire dal tunnel, il prezioso bottino finiva
sotto la maglia di qualcuno e noi ridiventavamo un innocuo gruppetto di
ragazzini, che con un segreto inconfessabile raggiungeva il garage che avevamo
adibito a sala di pornoconsultazioni.
Tutto questo durò diverso tempo. Finchè un giorno mia madre mi disse guardandomi distrattamente “ Sai che la signora tal dei tali mi ha detto che ti ha visto in edicola ? “. Gelo, dentro e fuori. Mia madre aveva sguardi indecifrabili e l’arte dell’allusione, quindi devo ancora capire se la signora si era limitata a dire di avermi visto o aveva aggiunto, Dio non voglia, che mi trovavo nell’ala peccaminosa. Non ritenni opportuno proseguire il discorso e non ho mai più avuto occasione di chiederglielo. Ma fu spunto di riflessione e autocritica. Era giusto quello che facevamo? Stavamo sbagliando? Non potevamo continuare così. Bisognava cambiare, stavamo diventando grandi. E così fu. Avevamo i motorini adesso. Cambiammo edicola.
Tutto questo durò diverso tempo. Finchè un giorno mia madre mi disse guardandomi distrattamente “ Sai che la signora tal dei tali mi ha detto che ti ha visto in edicola ? “. Gelo, dentro e fuori. Mia madre aveva sguardi indecifrabili e l’arte dell’allusione, quindi devo ancora capire se la signora si era limitata a dire di avermi visto o aveva aggiunto, Dio non voglia, che mi trovavo nell’ala peccaminosa. Non ritenni opportuno proseguire il discorso e non ho mai più avuto occasione di chiederglielo. Ma fu spunto di riflessione e autocritica. Era giusto quello che facevamo? Stavamo sbagliando? Non potevamo continuare così. Bisognava cambiare, stavamo diventando grandi. E così fu. Avevamo i motorini adesso. Cambiammo edicola.
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5 commenti:
ahahahah come sai fare autocritica te è troppo bello... era ora di diventare grandi e via, col motorino lo siete diventati :-) ma posso chiederti come mai in questo periodo stai pensando alla tua adolescenza? senti per caso che gli anni avanzano e arrivano i bei ricordi di quando eri giovane o altro? libero di non rispondere :-)
Anni che avanzano ? ERO giovane ? Mi spiace, non so di cosa sta parlando, lei deve avere sbagliato blog !
Scherzi a parte, il filo comune del trittico è comico-erotico e non è che tutto quel che ho raccontato si riferisca al periodo adolescenziale. Ma la tua annotazione non è sbagliata, sono comunque ricordi di un passato più o meno prossimo che sta scivolando nel remoto. Forse avere figli adolescenti è una occasione di ricordo e di confronto, chi lo sa.E in ogni caso, ho tutta l'intenzione di continuare a ammucchiarci cose, nello scatolone dei bei ricordi, almeno fino a quando sarò abbastanza avanti con gli anni e l'universo avrà finito di espandersi.
non avevo dubbi della qualità nella tua risposta.... e naturalmente non smettere mai di riempire scatoloni con i ricordi, sono un toccasana per l'anima. :-)
Uomo di poca fede...non sai che fissare la home di google è uno degli hobby adolescenziali più diffusi? Ricordo le ore passate ad osservarne il design semplice ed essenziale, a studiare il perchè della scelta di associare una determinata lettera ad un colore piuttosto che ad un altro e, considerata la propensione artistica di tuo figlio, probabilmente anche lui si stava ponendo le stesse domande...E' consuetudine comune, inoltre, quando si pratica la suddetta attività, abbassare al minimo il volume delle casse, almeno quando non si è soli in casa...non so perchè, ma dicono che favorisca la concentrazione...;)
Accidenti, Venus, allora la home di google deve avere avuto una evoluzione sorprendente perché per l'appunto certe evoluzioni che ho intravisto prima della rapida ricomparsa di innocui video musicali non lasciavano dubbi. Diciamo che in un certo modo alcune sconfinavano in una forma d'arte verso cui il giovane virgulto in quel momento aveva una decisa propensione. Confermo la tecnica del volume a zero, ma la attribuisco alla buona educazione ricevuta riguardo al non disturbare coinquilini e vicini con inutili rumori.
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