lunedì 14 ottobre 2013
Rainy Day, Dream Away
Piove. Il cielo ha il colore di un televisore sintonizzato
su un canale morto. Taci. Non odo parole che dici umane. Niente pioggia nel
pineto. Niente volti silvani e niente tamerici salmastre ed arse
Qui la favola bella che ieri t'illuse è schegge d’acqua sui davanzali, picchiettare su lamiere e gomme che
fischiano sul bagnato. Pozzanghere grigie sfumate di grigio a riflettere il
grigio. Lacrime di pioggia col tuo ricordo che mi parla. Raindrops keep falling
on my head. Piogge acide, piogge basiche, piogge laviche, piogge qualunque. Non
volevo farti soffrire, non volevo darti dolore. Non volevo essere il tuo amante
del weekend. Soltanto una sorta di amico. E avrei solo voluto vederti sorridere.
In the Purple Rain. Chissà perché non esistono canzoni, libri, poesie dedicati
alla grandine. O almeno, io non ne conosco. Annie Lennox bellissima e gelida
che canta Here comes the rain again coi suoi occhi trasparenti. Un piccolo film
dallo stravagante titolo “Piovono mucche”. I’m gonna rain on your parade. I’m
gonna rain all over over over you. Non ci sono più le stagioni di una volta, le
mezze stagioni sono sparite, colpa della bomba atomica, piove governo ladro. And I never buy umbrellas 'cause there's always one around. Piove,
piove, la gatta non si muove. And it’s a hard rain gonna fall. Keith Richards
che graffia il riff scarno di Rain Fall Down degli Stones. Di chi era e come si
chiamava quel vecchio racconto di fantascienza coi tre terrestri dispersi su un
pianeta dove piove sempre. E che pianeta era.(1) Dustin Hoffman autistico in
Rain Man. I
can’t stand the rain. Pioggia sarò e pioggia tu sarai, i miei occhi si chiariranno e fioriranno i nevai. Splashing the wine with all the raindogs, for I am a rain
dog too. It’s raining men,
halleluiah.(2) Sono solo attimi di pioggia raccolti nella mia memoria sotto
forma di canzoni, immagini, parole. E uno degli attimi più belli alla fine di
Blade Runner. Los Angeles tra qualche anno, e piove, piove, piove. Piove
sempre. Piove sul tetto dove il replicante afferra per il polso Rick Deckard che penzola nel vuoto aggrappato a
una trave e non lo lascia cadere. L’androide che salva la
vita a chi aveva l’incarico di eliminarlo. Lo solleva dall'abisso e si siede accanto a lui sotto la
pioggia con una colomba in mano. E parla. Gli racconta attimi di vita. Attimi
suoi. Attimi incredibili passati attraverso i suoi occhi, fatti di navi
spaziali in fiamme e raggi cosmici che balenano nel buio. Parla perché sente
che il suo tempo è finito. E un altro tempo è giunto. Tempo di morire. E
l’unico modo per fare rivivere quegli attimi è parlarne ancora. Fare pulsare di
nuovo quei momenti, ancora una volta, prima che scompaiano per sempre come lacrime nella pioggia.
Poi si può reclinare la testa e chiudere gli occhi, mentre la colomba vola via.
“Quite an experience
living in fear, isn’t it ? That’s what it is to be a slave. I've seen things
you people wouldn't believe. Attack ships on fire off the shoulder of Orion. I
watched c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gate. All those moments
will be lost in time, like tears in rain. Time to
die…“
1) Non ho resistito, non ce la facevo. Sono andato a controllare. Era "Pioggia senza fine" di Ray Bradbury. Venere.
2) Chi indovina il maggior numero di citazioni sparse qua e là è bravo. Chi le indovina tutte vince un mio video in cui canto e ballo Singing in the rain, e Gene Kelly mi fa un baffo.
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5 commenti:
ignorante come sono ho già perso in partenza :-) ma la curiosità però mi fa chiedere se mai saprò le risposte....lo scopriremo solo vivendo :D
ilsoleamezzanotte, ho alzato la posta proprio perché alcune sono difficili
e vedo che ti è andata di lusso!!!! nessuno ha indovinato a quanto pare.. o forse no? La curiosità mi divora :D
Beh, meglio essere divorati dalla curiosità che da un branco di leoni :-D
Non si vede il video
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