venerdì 4 ottobre 2013
Peti CrimiNali
Su un manifesto (abusivo, pare, come la stragrande maggioranza dei
manifesti politici di ogni colore) affisso oggi su iniziativa di alcuni
parlamentari del PdL sui muri di Roma e dedicato all’ex-presidente del
consiglio si legge, tra le altre cose 'Silvio non mollare'.
Vito Crimi, senatore
della repubblica italiana, ex presidente del gruppo parlamentare del Movimento
5 Stelle al Senato, membro della Giunta
del Senato che sta decidendo sulla decadenza del Cavaliere, commenta così su Facebook:
«Ma vista l'età, il progressivo prolasso delle pareti intestinali e l'ormai
molto probabile ipertrofia prostatica, il cartello di cui sopra con 'Non
mollare' non è che intende 'Non rilasciare peti e controlla l'incontinenza'
(cit. P.Z.)». Per questo post il capogruppo PdL al Senato Schifani chiede
la sospensione dei lavori dato che i membri della giunta sono tenuti a non
avere contatti con l'esterno come i giudici dei tribunali e ritiene fondate le
richieste di ricusazione di alcuni membri della giunta per l’ostilità espressa
contro Berlusconi. La replica è che il post è stato messo in rete da un
collaboratore di Crimi prima dell’inizio dei lavori in camera di consiglio.
Ora vi starete chiedendo, ma perché Sym commenta queste cose ?
Veramente me lo chiedo anche io, ma tant’è, pormi domande oziose è uno dei miei
hobbies prediletti. E glissare sulle risposte un’arte. Diciamo che sono stato
colpito ed emozionato dalle nobili, elevatissime vette che il dibattito politico
sta raggiungendo in Italia e ho sentito il bisogno di dire la mia.
Vito, io ti ricordo così, non come Ivan Graziani ricordava Marta, niente
seni pesanti e labbra rosse ma mollemente assopito sui banchi del Senato. Se io
fossi una persona cattiva e rancorosa direi che ti odio, ma non la sono. Però
ti odio lo stesso per quello che stai per farmi fare, ovvero spendere parole
che in qualche modo potrebbero fare pensare che sto difendendo Berlusconi. Sicuramente di me si possono
dire le peggio cose, ma non che sono berlusconiano. Ti hanno detto che era una
battuta volgare e offensiva, un linguaggio inaccettabile. Ma qui il punto è
diverso. Ho sentito battute volgari, offensivissime e con un linguaggio oltre
l’inaccettabile, ma mi sono spaccato dalle risate.
Questa battuta, Vito, compie
il peccato mortale dell’umorismo, quello che condanna ogni battuta alla
dannazione eterna. Vito, se mi passi il termine ma credo che lo farai visto il
livello su cui ci muoviamo, questa battuta fa cagare. Fa schifo. Ma non fa
schifo per l’argomento o il linguaggio, avrei un florilegio di coprolalie da
proporti volendo. Il punto è che non fa ridere. Porca vacca, Vito, giuro che mi
fa più ridere “ sono il fantasma formaggino! e io ti spalmo sul panino! ”
Quindi, Vito, i casi sono due. Se la battuta è tua, torna pure a dormire e
lascia fare battute a chi sa far ridere. Se invece è del tuo collaboratore allora
è ora di rivedere il tuo modo di selezionare i collaboratori, cazzo.
Ma la cosa davvero meravigliosa sarebbe se questa cosa ottenesse il
risultato di fare sospendere i lavori della giunta, o ne invalidasse l’operato,
o chissà quale altra aberrazione. Perché in tal caso nessuno ci toglierebbe
titoli di giornale tipo “Berlusconi salvato da un peto“. E Goffredo Mameli non
potrebbe nemmeno rivoltarsi nella tomba, solo allargare le braccia e arrendersi,
sentendo il nuovo inno nazionale.
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