Come credo di avere già scritto, ho giocato a calcio da quando ricordo di avere i piedi. Ho provato altri sport, senza mai appassionarmici veramente fino in fondo. Il baseball, quando era esploso nella mia regione e tutti i ragazzini della mia età giocavano a baseball. La pallavolo a scuola, quasi per obbligo. La pallacanestro, timidi tentativi da autodidatta. Il rugby, una meteora subito abbandonata, devo dire con rammarico. Ora che ci penso, sempre sport di squadra. Mi piaceva il senso della squadra, non ho mai amato gli sport individuali. Da bambino mi hanno iscritto a un corso di tennis che ricordo come un incubo, una rottura di coglioni che ho abbandonato appena possibile. Ma come dicevo all'inizio, calcio, calcio e ancora calcio. Ho fatto tutta la trafila delle squadre giovanili, allora si chiamavano nell'ordine pulcini, esordienti e allievi. E ovviamente, finché non ho potuto muovermi autonomamente, qualcuno doveva accompagnarmi e questo qualcuno era mio padre. Ecco, delle numerose cose di cui devo ringraziare mio padre una riguarda proprio questo argomento. Certo, non è la principale di cui devo ringraziarlo, la principale è genetica e riguarda l'ereditarietà. Sì, mio padre era alto, bello e piaceva alle donne. Pure troppo, come ogni tanto si lasciava sfuggire ridacchiando mia madre, ma credo ci siano cose che è meglio che un figlio continui ad ignorare. Grazie davvero per i cromosomi, pa'. Il ringraziamento calcistico invece riguarda il fatto che mio padre ha assistito a svariate decine di mie partite stando tra il pubblico e mai, dico mai, l'ho sentito dire qualcosa pubblicamente o urlare. Magari tornando in auto, o a casa, si parlava della partita e di quello che era successo, di come avevo giocato, di errori e cose ben fatte ma sempre a quattr'occhi. E questo già allora, forse in modo inconsapevole, lo apprezzavo molto e lo apprezzo ancora di più adesso. Adesso che vedo e sento i genitori sugli spalti alle partite dei figli.
L'ultima cosa che mi ha colpito è una scena che mi è capitato di vedere spesso il sabato mattina. Papà su panchina a bordo campo con PC sulle gambe e in campo rampollo con allenatore che fa esercizi di tecnica sul pallone. Ora, non so bene come stia la faccenda quindi lascio aperta ogni ipotesi. Una è che i dirigenti della società abbiano fiutato il campioncino e vogliano investirci su quindi cerchino di migliorarlo. A questo proposito, devo aprire ancora una parentesi autobiografica. Anni dopo che ero uscito dal circuito delle squadre giovanili, qualcuno mi ha detto che in occasione di una partita amichevole giocata dalla mia squadra erano presenti osservatori di una società di serie A e che erano venuti per vedere me e uno dell'altra squadra. Resto convinto che si tratti di una perculata ma nel caso devo dire che, come potrete facilmente intuire dal fatto che sono qui a scrivere minchiate su un blog e non a dire minchiate come ex-calciatore in un programma televisivo, non hanno scelto me ma l'altro. Tornando al ragazzino in campo di sabato mattina con l'allenatore, l'ipotesi peggiore invece mi porta a pensare che si tratti di una specie di ripetizione, di lezione privata calcistica. E qui mi casca davvero tutto il cascabile. Voglio dire, sabato mattina, evidentemente non c'è scuola e potresti dormire e papà ti porta a fare allenamento da solo? Cristo Santo, a me piaceva giocare coi miei compagni di squadra, anche gli allenamenti erano uno splendido cazzeggio fatto insieme. E qui è davvero il peggio, se è come temo io. Ovvero il papà che spera (aspetta, e spera) che il figlio sia il nuovo Messi Ronaldo Quelchelè, o peggio ancora avrebbe voluto lui esserlo, non c'è riuscito perché era drammaticamente brocco, e proietta sul figlio il suo fallimento.
2 commenti:
Diavoletto adorato, se tutta questa situazione non fosse terribilmente tragica, mi farebbe ridere (soprattutto la parte del puttanone biondo :D )
Però purtroppo è una situazione così aberrante che non si può proprio ridere...
La mia generazione credo che sia una delle peggiori a livello genitoriale, genitori mai cresciuti che credono che tutto sia dovuto sia a loro che ai propri pargoli(povere animelle indifese).
Mia figlia non ha mai fatto sport di squadra (è tutta la mamma, negata in qualsivoglia attività sportiva XD ) ma io mai mi sognerei di intromettermi in quello che dovrebbe essere principalmente un momento di divertimento e di crescita...
Ma d'altronde io sto qui a leggere e scrivere minchiate, non faccio testo :P
Credo che tu abbia centrato il punto, Scripenta. Genitori mai cresciuti. Si intromettono dappertutto, vanno a scuola e menano i prof o fanno ricorsi in tribunale contro i voti, iperprotettivi senza aiutare a crescere. Una partita di calcio si perde e si vince (sì, ok, si può anche pareggiare :D) ma l'importante è imparare, imparare a vincere come a perdere. Non dico che ai miei tempi fosse tutto rose e fiori e credo che mio padre sia stata una mosca bianca col suo silenzio, ricordo anche io qualche urlaccio di altri genitori e qualche lite ma adesso la situazione è dieci volte peggio. Puttanoni biondi inclusi :D :D
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