Partendo ovviamente dall'assunto di fondo che diamo per scontato che il caldo infernale può bollire un cervello, su questo non ci piove e se ci piovesse in questo momento magari. Ma la condizione di base per l'assunto precedente è che un cervello bisogna avercelo, per farselo bollire. E sinceramente, i due gruppi di gentiluomini che state per vedere all'opera lasciano seri dubbi sulla presenza di qualsiasi tipo di materiale cerebrale all'interno delle scatole craniche. Purtroppo, nemmeno l'uso giocoso di corpi contundenti e qualche testa rotta hanno risolto il dubbio in merito. Ma fa caldo, e quindi proseguo nel filone bolliti.
E in questo contesto che è una via di mezzo tra una idilliaca cartolina alpina e una sagra paesana succede qualcosa di surreale. Due bande di mentecatti iniziano a randellarsi di santa ragione, non si capisce bene per quale motivo o meglio con quale pretesto perché motivi sensati non credo possano essercene. I carabinieri, che sono evidentemente impreparati ad una cosa del genere, anche perché esce da qualsiasi logica, pensavano probabilmente ad un tranquillo pomeriggio di relax guardandosi la partita e non sanno che pesci pigliare. Il pubblico, che è presumibilmente composto in maggioranza da gente che pensava di farsi una scampagnata al fresco andando per curiosità a vedere una partita di calcio, sembra altrettanto senza parole di fronte a quel che succede.
E la scena di questi dementi che si sfidano a mazzate in mezzo ai giochi dei bambini, tra le casette e gli scivoli, oltre ad una tristezza infinita suggerisce profonde riflessioni cosmiche. Hanno recentemente scoperto, a 1400 anni luce da qui, un pianeta che potrebbe essere gemello della Terra. Potrebbe avere ospitato, o ospitare ancora, vita intelligente. Può darsi, io spero che in qualche posto nell'universo ce ne sia. Ma guardando questo, viene seriamente da dubitare che questo posto sia la Terra. Così come nel caso viene da augurarsi che su Kepler 452b si siano estinti, o che lo facciano, prima di aver inventato il tifo calcistico.
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