No, non è Carnevale e non sono mascherato da Doge, non ho ecceduto con le ombre, non sono stato invitato ad una festa della nobiltà della Serenissima e non sto nemmeno portando a termine il furto del secolo. Più semplicemente, sto osservando con interesse variabile [modalità Sym-eufemistico ON] la mostra dell'incisore giapponese Utagawa Hiroshige, con particolare riferimento al cammino da Edo a Kyoto. Immagino vi stiate anche chiedendo cosa ci faccio io alla mostra di un incisore giapponese, apprezzato da molti impressionisti e pare citato da Van Gogh. Buona domanda, me la sono fatta anche io. No, prima che memori del post precedente me lo chiediate dico subito che non sono andato a vederla per documentarmi sulle tangenziali giapponesi e sulle relative modalità di svincolo. Potrei millantare uno storico interesse per gli incisori giapponesi, di cui sono da tempo un grande estimatore. Ma non lo farò. Diciamo che mi sono risposto collocando il vero motivo della visita nel punto di intersezione di quattro assi che rappresentano il piacere di un altro viaggio a Venezia, le nuove scelte filosofico-religiose della mia C-C (1), l'opportunità di tenere capo chino e basso profilo in momenti particolari della vita e il fatto che una strafogata di fegato alla veneziana val bene una mostra.
Sulla parete di fronte a me, su un pannello protetto da una lastra di vetro, appaiono ai miei occhi attoniti Le Quattro Visioni Dell'Aldilà di Hieronymus Bosch. Mi stropiccio gli occhi e sulla targhetta appesa al muro leggo sala dei Bosch. Rileggo. Va bene, non è una allucinazione. Mi siedo sulla panca strategicamente collocata proprio davanti al pannello, poi mi alzo e vado vicino a guardare i dettagli, mi risiedo e mi rialzo. E questo andirivieni dura per un pò, mentre la gente mi gira attorno passando, qualcuno si ferma per un attimo, nessuno si siede. E io mi perdo in un orgasmo pittorico, quasi risucchiato in una ascesa all'empireo, tentando di stilare una inutile graduatoria dei quattro dipinti (2) finché non appare la C-C, mascherando con dignità il serio dubbio che io mi fossi dato alla fuga, e mi distoglie con garbo dalla contemplazione. E mentre uscendo ripercorriamo in senso inverso il cammino da Edo a Kyoto, senza notare sostanziali differenze nell'itinerario, rifletto sul fatto che quello che è appena accaduto è stato un altro clamoroso, mirabolante, esemplare episodio di serendipity. E che negli ultimi tempi, ne arrivano come se piovesse.
10 commenti:
Ma che interessantissimo post.
quasi quasi prendo l'auto e faccio un giro in tangenziale ...
Ciccio
Ho dato un'occhiata su Google, sembra quasi un precursore (ed era molto in anticipo!!!) del surrealismo...mi son venuti in mente Dalì, Ernst e di Magritte le opere più inquietanti...mi ha molto colpita.
E io che leggendo il titolo avevo pensato al patrono del fai da te :D
C'è poco da ridere, le ultime ipotesi sulla pittura di Bosch avanzano l'ipotesi che l'Inferno prefigurasse in realtà la Salerno - Reggio Calabria ...
... Ciccia (ma perché a posteriori ? )
Mi stai dando l'idea per un post, O.C.
E non è la prima volta.
No, Calamì, quelli sono i Santissimi Black & Decker, martiri della punta da muro e San Sebastiano gli fa un baffo :-D
a posteriori perchè quando ti accorgi di un errore hai già cliccato su invio.
Ma che è sta storia dell'hamburger ?
Eh, allora sapessi a quanti errori ho dato INVIO. E qualunque cosa sia la storia dell'hamburger, io non c'entro, non sono stato io , non conosco questo signore tedesco e nel caso non ero in possesso delle mie facoltà mentali per finire con un grande classico come "sono stato frainteso".
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