La partenza del mattino successivo, oltre alla spiacevole sensazione di avere gli occhi trafitti da migliaia di spilli, vede momenti romantici e promesse strappacuore di rivedersi, che uniti ai postumi del maltrattamento neuronale autoinflittomi fanno sì che io riesca a scordarmi di caricare il mio zaino in auto abbandonandolo per strada in terra asburgica. Per fortuna ho il portafogli in tasca, soldi e documenti si salvano. Questo mi consola, ma c’è una cosa che ancora mi rode maledettamente. Sì, perché c'è in giro un fottutissimo pezzo di bastardo austriaco che per mesi deve essersi pavoneggiato nei miei vestiti, inclusa quella camicia beige con le righine rosse che mi piaceva tanto. E allora, Wolfgang o Karl o Johan, che tu sia stramaledetto in eterno, so che il fesso sono stato io ma quelli restano ugualmente i miei vestiti dovunque tu li indossi. E io spero che tu, Franz, al momento di infilare i miei jeans di Valentino abbia sghignazzato molto pensando al pirla italiano che te li aveva omaggiati. E spero che l'accesso di riso ti abbia fatto sobbalzare e nel chiudere la cerniera tu, Fritz, ti ci sia incastrato secco quello che nessun uomo vorrebbe mai che gli si incastrasse nella cerniera. E spero che tutto questo sia successo proprio la sera in cui dopo mesi di tentativi tu, Friedrich, eri finalmente ad avere un appuntamento per uscire con Miss Austria Porno, nota per la sua appassionata interpretazione in “Gunilberta, la valchiria dalla coscia sempre aperta”, dopo aver prenotato per una cifra mostruosa nel migliore ristorante di Vienna, cifra che spero non ti abbiano mai rimborsato. E spero che al pronto soccorso mentre ti liberavano due infermiere italiane ti abbiano anche preso per il culo a più non posso perché ce l'avevi molto piccolo, Werner. E spero che da allora tu, Reinhold, non sia mai più riuscito a scrivere il tuo nome nella neve in bella grafia e senza commettere mostruosi errori ortografici. Cornuto, come direbbe Alex Drastico al quale mi sono ispirato.
sabato 12 aprile 2014
Palle Di Mozart
Sono neo maggiorenne ed è il mio primo viaggio all’estero
con gli amici, un tour dell’Austria appena conclusosi con una devastante notte brava.
La partenza del mattino successivo, oltre alla spiacevole sensazione di avere gli occhi trafitti da migliaia di spilli, vede momenti romantici e promesse strappacuore di rivedersi, che uniti ai postumi del maltrattamento neuronale autoinflittomi fanno sì che io riesca a scordarmi di caricare il mio zaino in auto abbandonandolo per strada in terra asburgica. Per fortuna ho il portafogli in tasca, soldi e documenti si salvano. Questo mi consola, ma c’è una cosa che ancora mi rode maledettamente. Sì, perché c'è in giro un fottutissimo pezzo di bastardo austriaco che per mesi deve essersi pavoneggiato nei miei vestiti, inclusa quella camicia beige con le righine rosse che mi piaceva tanto. E allora, Wolfgang o Karl o Johan, che tu sia stramaledetto in eterno, so che il fesso sono stato io ma quelli restano ugualmente i miei vestiti dovunque tu li indossi. E io spero che tu, Franz, al momento di infilare i miei jeans di Valentino abbia sghignazzato molto pensando al pirla italiano che te li aveva omaggiati. E spero che l'accesso di riso ti abbia fatto sobbalzare e nel chiudere la cerniera tu, Fritz, ti ci sia incastrato secco quello che nessun uomo vorrebbe mai che gli si incastrasse nella cerniera. E spero che tutto questo sia successo proprio la sera in cui dopo mesi di tentativi tu, Friedrich, eri finalmente ad avere un appuntamento per uscire con Miss Austria Porno, nota per la sua appassionata interpretazione in “Gunilberta, la valchiria dalla coscia sempre aperta”, dopo aver prenotato per una cifra mostruosa nel migliore ristorante di Vienna, cifra che spero non ti abbiano mai rimborsato. E spero che al pronto soccorso mentre ti liberavano due infermiere italiane ti abbiano anche preso per il culo a più non posso perché ce l'avevi molto piccolo, Werner. E spero che da allora tu, Reinhold, non sia mai più riuscito a scrivere il tuo nome nella neve in bella grafia e senza commettere mostruosi errori ortografici. Cornuto, come direbbe Alex Drastico al quale mi sono ispirato.
La partenza del mattino successivo, oltre alla spiacevole sensazione di avere gli occhi trafitti da migliaia di spilli, vede momenti romantici e promesse strappacuore di rivedersi, che uniti ai postumi del maltrattamento neuronale autoinflittomi fanno sì che io riesca a scordarmi di caricare il mio zaino in auto abbandonandolo per strada in terra asburgica. Per fortuna ho il portafogli in tasca, soldi e documenti si salvano. Questo mi consola, ma c’è una cosa che ancora mi rode maledettamente. Sì, perché c'è in giro un fottutissimo pezzo di bastardo austriaco che per mesi deve essersi pavoneggiato nei miei vestiti, inclusa quella camicia beige con le righine rosse che mi piaceva tanto. E allora, Wolfgang o Karl o Johan, che tu sia stramaledetto in eterno, so che il fesso sono stato io ma quelli restano ugualmente i miei vestiti dovunque tu li indossi. E io spero che tu, Franz, al momento di infilare i miei jeans di Valentino abbia sghignazzato molto pensando al pirla italiano che te li aveva omaggiati. E spero che l'accesso di riso ti abbia fatto sobbalzare e nel chiudere la cerniera tu, Fritz, ti ci sia incastrato secco quello che nessun uomo vorrebbe mai che gli si incastrasse nella cerniera. E spero che tutto questo sia successo proprio la sera in cui dopo mesi di tentativi tu, Friedrich, eri finalmente ad avere un appuntamento per uscire con Miss Austria Porno, nota per la sua appassionata interpretazione in “Gunilberta, la valchiria dalla coscia sempre aperta”, dopo aver prenotato per una cifra mostruosa nel migliore ristorante di Vienna, cifra che spero non ti abbiano mai rimborsato. E spero che al pronto soccorso mentre ti liberavano due infermiere italiane ti abbiano anche preso per il culo a più non posso perché ce l'avevi molto piccolo, Werner. E spero che da allora tu, Reinhold, non sia mai più riuscito a scrivere il tuo nome nella neve in bella grafia e senza commettere mostruosi errori ortografici. Cornuto, come direbbe Alex Drastico al quale mi sono ispirato.
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6 commenti:
Ti giuro che senza aver visto il video sotto stavo per scrivere: "è peggio della maledizione del motorino di albanese!" xD (venus)
Beh, intanto benvenuta :-) e il fatto di conoscere Alex Drastico depone a tuo favore
Le segrete ove il caso ama nascondere i suoi ministri nemmeno la più fervida immaginazione potrebbe sospettarle. Dopo un primo giretto qui la mia conclusione è stata che se in un impeto di cazzeggio dovessi inciampare nuovamente "nei quartieri -(virtuali)- dove il sole del buon dio non dà i suoi raggi" la cosa non mi dispiacerebbe affatto. :) (venus)
Beh, venus, questa citazione depone ulteriormente a tuo favore. Ho più letame che diamanti, una volta saputo questo inciampa pure da questi paraggi quando ti pare. Ho avuto condanne peggiori, cinquemila anni sono una bazzecola.
Mi sono espressa in maniera ambigua ora mi spiego meglio il dovessi era seconda persona singolare e i quartieri (virtuali) mutuati dal grande Faber non sono questi del blog... ma altri...insomma volevo risentirti xD
Accidenti, e io che essere considerato un luogo malfamato lo avevo considerato un complimento :-D
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